“Leit Motiv – EP” è il nuovo progetto discografico di Kang Brulèe e Polezsky, i due producers multiplatino
“Leit motiv – EP” è il nuovo disco di Kang Brulèe e Polezsky, producers con alle spalle già alcuni progetti personali – come “About Nightmares and U” di Polezsky e “Short Story of a Bedroom” di Kang Brulèe -, diversi Dischi di Platino
e svariate collaborazioni con Tanta Roba e numerosi artisti, tra i quali Gemitaiz, MadMan e Priestess.
“Leit Motiv – EP” si pone l’obiettivo di diventare il personale manifesto artistico dei due producers, senza rilegare il loro legame alla semplice essenza musicale, ma esprimendo la loro transmedialità nell’espressione artistica. Ed è proprio la transmedialità ad essere elemento centrale all’interno del concept dell’EP, che va prende in prestito alcune caratteristiche da differenti ambiti culturali: la poesia, il cinema, la fotografia, l’ecosostenibilità e la musica stessa, diventano i cinque temi centrali per i cinque brani proposti.
L’elettronica si fa arteria principale nella distribuzione sonora. Numerosi sono i temi cardini affrontati dai due artisti, così come i generi musicali ed i personali riferimenti da cui attingono.
L’estrema cura nella ricerca dei suoni è palesata dall’intrecciarsi di strumenti digitali, analogici e campionamenti di oggetti, in una sperimentazione compositiva che non lascia spazio a categorizzazioni.
“Leit Motiv – EP” – Tracklist:
- Percezione Meccanica
- Maya D. (feat. Tre Beats)
- Leit Motiv
- From Waste to Sound (feat. Grindalf)
- Analogico Digitale (feat. Z.I.P.P.O.)
“Leit Motiv – EP” – Track by Track, il disco raccontato dai suoi protagonisti:
Percezione Meccanica – Poesia. L’umano diventa progressivamente macchina, cosi come l’occhio “spersonalizzato”, nella poesia di Riccardo Mini, perde la sua essenza umana e si trasforma. Questa riflessione nasce dal costante contatto con le macchine attraverso le quali i due artisti creano musica, ma anche per le quali si distanziano dai reali rapporti umani che dovrebbero circondarli.
Maya D. (ft. Il Tre Beats) – Cinema. La traccia è nata a Berlino nello studio di Il Tre. È stata ricreata la visione onirica e la filosofia di Maya Deren, regista ucraina ed esponente di spicco del surrealismo, attraverso suoni che richiamano il sogno e che conducono l’ascoltatore in una sorta di ipnosi. Ciò è stato possibile grazie all’ispirazione presa dal film “Meshes of the afternoon”: il cortometraggio del 1943, fa della ripetizione il suo leitmotiv. Il brano è accompagnato da due mini video realizzati da Emanuele Kabu, il quale riesce perfettamente nell’intento di ricreare il mondo onirico di Maya Deren.
Leit Motiv – Musica. Il fils rouge che collega le radici, non solo musicali, nordiche di Polezsky con quelle latine di Kang brulèe. Ispirati da Richard Wagner e dal suo “Leitmotiv”, ovvero il tema ricorrente, per la creazione di questo pezzo gli artisti sono partiti da un tema musicale comune al quale hanno intrecciato i rispettivi sound. È così che hanno trovato la loro connessione nella musica: il loro Leit Motiv, volutamente staccato, per rappresentare i loro due mondi – il Motiv di Luca ed il Leit di Davide – fusi in questa traccia: le loro origini, che traducono la visione comune dell’arte in questa canzone.
From Waste to Sound (ft. Grindalf) – Ecosostenibilità. Il leitmotiv del brano è il concetto del riutilizzo, la rinnovata attenzione verso la vita degli oggetti che usiamo tutti i giorni. Attraverso un microfono Tascam, sono stati registrati i suoni di alcuni oggetti di quotidiano utilizzo, come delle bottiglie, della frutta, un accendino. L’intento era quello di campionarli e, mediante la tecnica del resampling, dargli nuova vita, trasformandoli in musica.
Analogico Digitale (ft. Z.I.P.P.O.) – Fotografia. Si è partiti dall’idea di rapportare il concetto di musica al tema della fotografia, attraverso due caratteristiche di entambi i mondi: l’analogico ed il digitale. Con i computer nei propri zaini, Luca e Davide sono partiti dall’Italia in direzione Berlino, dove vive il producer e DJ pugliese Z.I.P.P.O., grande appassionato di fotografia e synth analogici. Per ventiquattro ore consecutive hanno documentato ogni attimo di questo viaggio attraverso la lente analogica di una Kodak usa e getta e la fotocamera digitale di uno smartphone. Il risultato di questo incontro è stato un mèlange tra il suono caldo del synth analogico e la versatilità degli strumenti digitali.
Si ringrazia l’Ufficio Stampa di Your Local Support per la collaborazione.
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