Aka 7even: “Non mi piace essere etichettato secondo un genere. Ciò non vuol dire che non abbia un’identità, anzi, penso di sapere benissimo ciò che sono”

Pic by Marco Russo

Da ieri, venerdì 21 Agosto, è disponibile su tutte le piattaforme digitali “Chupa“, il nuovo singolo di Aka 7even & BossFamily, di cui vi avevamo parlato prima della brevissima pausa estiva in questo articolo.

Un brano dalle sonorità estive, fresche e frizzanti, che strizza l’occhio al reggaeton, rimanendo però in linea con l’impronta stilistica rap/trap dei tre artisti campani.

Ad accompagnare il brano, prodotto dallo stesso Aka 7even, con mix e mastering a cura di Cosmophonix Production, il videoclip ufficiale, diretto da Tony Becher, che trovate su YouTube a questo link.

In occasione dell’uscita del singolo e del relativo video, abbiamo avuto il piacere di intervistare Aka 7even, che ci ha parlato non soltanto di “Chupa”, ma del suo percorso artistico fino ad oggi e dei suoi progetti per il futuro.

Aka 7even – Intervista.

Ciao Luca, innanzitutto grazie per questa intervista. E’ appena uscito “Chupa”, il tuo nuovo singolo con la BossFamily. Ci racconti com’è nato?

Ciao e grazie a voi! Il singolo è nato prettamente come riproposta dell’estate. L’anno scorso io e la Boss abbiamo già collaborato per un singolo estivo, “Sànta Marìa” e vista comunque la buona riuscita e le grandi aspettative di quest’anno, abbiamo deciso di ri-collaborare su un altro pezzo.

Infatti questo non è il tuo primo brano con Gaglia e Shine, quando e come ha preso vita la vostra collaborazione?

Partiamo dal presupposto che ci siamo conosciuti grazie alla musica. 2 anni fa iniziammo subito a lavorare insieme. Giorno dopo giorno, notavamo grossi miglioramenti ed avevamo capito che la musica ci univa sotto ogni punto di vista. Prima di essere “collaboratori”, siamo una sorta di seconda famiglia. Quindi, la collaborazione tra di noi nasce sempre in modo molto naturale.

Hai soli 19 anni, ma già scrivi, suoni, produci ed interpreti i tuoi brani; quanto credi sia ancora importante studiare ed approfondire più aspetti possibili relativi alla musica ed al complesso mondo del mercato musicale?

Io penso che nella vita non si finisca mai di imparare. Giorno dopo giorno il mio approccio alla musica si sviluppa notevolmente. Questo mondo mi incuriosisce, sia sotto l’aspetto teorico, che pratico. Studiare è parte integrante di un miglioramento prima personale, poi oggettivo. Sicuramente la cosa più importante è far parte di questo campo, perché solo così riesci a capire effettivamente come funziona ogni singolo movimento. Studiarlo solo, non aiuterà a fare progressi.

Nel 2018 hai partecipato all’undicesima edizione di X Factor Italia, durante la quale hai lasciato tutti a bocca aperta con la tua voce e la tua scrittura. Cosa ti porti dietro di quell’esperienza e rifaresti un Talent?

Sicuramente quell’esperienza mi ha aiutato tantissimo a crescere e principalmente a farmi capire quanto valgo e cosa voglio fare nella vita. Molto probabilmente prima di quel talent, se mi avessero posto la domanda “cosa vuoi fare da grande?”, avrei risposto “il dottore”, e la volta successiva “l’ingegnere”, ecc.. Uscito dal talent, sapevo benissimo cosa avrei voluto fare da grande: l’artista.

Dopo il Talent, hai colpito tutti con “Niente se non te”, una vera hit se consideriamo che, ad oggi, conta oltre 1 milione di views su YouTube. Il brano, come gli altri contenuti nel tuo EP d’esordio “Chiaroscuro”, mette in luce la tua vocalità ed ha uno stile abbastanza differente dalle tue ultime pubblicazioni. Pensi di aver trovato la tua strada o, visto che ti definisci un “cantautore 3.0” (e grazie alla tua versatilità), ti piace sperimentare con generi differenti?

Personalmente, tendo ad essere molto versatile su ciò che scrivo e produco. Vario dalla trap, all’R’n’B, al pop al funky brasileiro. Non mi piace essere etichettato secondo un genere. Ciò non vuol dire che non abbia un’identità, anzi, penso di sapere benissimo ciò che sono. Punto tutto sulle melodie. La melodia è ciò che ti rende artista. La produzione è ciò che rende grande un produttore e l’artista deve sapersi adattare.

Sei nato e cresciuto in provincia di Napoli, cosa pensi della scena partenopea ed, oltre ai già noti rappresentanti del panorama Rap (penso a Clementino, Luché/CoSang, Ntò, o ai più recenti Liberato, Anastasio, Geolier, Nicola Siciliano e Lele Blade), che artisti della tua splendida terra consiglieresti di ascoltare a chi ci legge?

La scena partenopea è una spanna sopra tutti. Quando si parla di “rap crudo”, il dialetto napoletano sa di cosa parla. Ai tempi di oggi si parla di “americanizzare” tutto ciò che riguardi la trap. Ma in pochi sanno che il napoletano è l’unica “lingua” che si avvicina di più all’americano per quanto riguarda le assonanze e l’accento. Ci sono tanti bravi artisti che stanno crescendo; attualmente, consiglio vivamente di ascoltare Geoelier e Nicola Siciliano.

Per quanto riguarda il panorama musicale nazionale ed internazionale, quali sono, invece, gli artisti che ascolti maggiormente e da cui trai ispirazione per il tuo percorso?

A dire il vero ascolto un po’ di tutto, ma principalmente trap americana. Da 6lack, a Lil Baby, passando per Drake, Pop Smoke, iann dior, Future e tantissimi altri. In Italia invece, adoro particolarmente Tedua ed Izi (che vengono dalla stessa scuola musicale), poeti assoluti.

Fai parte del roster della Cosmophonix Production, studio di produzione con sede a Mantova che, tra i molti, annovera artisti come Einar, Brenda Carolina Lawrence, Jack James ed Urano. Come è nata la vostra collaborazione?

La nostra collaborazione è nata subito dopo X-Factor. E’ stata l’unica realtà discografica a soddisfarmi. In quel periodo ricevetti molte richieste, ma con loro fu amore a prima vista.

Com’è il tuo rapporto con i Social? Credi che, al giorno d’oggi, possano essere di supporto alla costruzione di un percorso artistico o che diano l’idea illusoria che “tutti possono farcela”?

Il mio rapporto con i Social, oggi, penso che ancora non sia il massimo. So di poter migliorare molto, ma so anche che quando comunico con i miei fan, sono io. Non indosso una maschera e cerco di lanciare quanti più messaggi positivi. Ovviamente, i Social sono un punto di forza sia per quanto riguarda la promozione di un prodotto, sia per comunicare qualsiasi tipo di notizia.

A proposito di Social, hai una fanbase molto attiva, che ti segue costantemente anche su Instagram e supporta ogni tuo progetto. Come gestisci il rapporto con i fan e com’è cambiato negli anni?

Il rapporto tra me e i miei fan è qualcosa di stupendo! Cerco di essere quanto più attivo possibile, di rispondere a tutti e di non mancare nessuno. Nel corso degli anni, soprattutto da quando ho cambiato nome d’arte (da Luca Marzano ad Aka 7even), ho perso una bella fetta di fan, ma ciò non mi abbatte. So che il progetto che ho ora in mano è qualcosa di molto forte e so che, probabilmente, la fetta di fan triplicherà.

Sei un ragazzo molto determinato, umile, volenteroso di crescere artisticamente e di imparare; c’è un’esperienza in particolare che ti ha fatto capire che la Musica sarebbe stata il tuo futuro, o che ti ha dato un insegnamento prezioso che ha cambiato il modo di concepire il tuo percorso?

X-Factor sicuramente mi ha dato modo di concepire la musica come un vero e proprio lavoro. Prima non lo era. Era un hobby, un passatempo con la quale mi divertivo. 7.500 persone che si alzano in piedi per una standing ovation non è una cosa che capita tutti i giorni. Ma in primis, quattro giudici di fama nazionale ed internazionale, che si complimentano in quel modo, sicuramente ti sprona a capire che qualcosa hai lasciato.. e puoi lasciare ancora.

3 aggettivi per descrivere Aka 7even e la sua musica

Versatile, sperimentale, emotivo.

Quanto credi che la musica, al giorno d’oggi, possa influenzare la società? E quali sono i messaggi principali che vorresti trasmettere con le tue canzoni?

La musica oggi è un mezzo fondamentale per influenzare la società e lanciare messaggi. Basta guardare quanto sia semplice far girare una fake news. Io tendo a lanciare sempre messaggi positivi, che sia amore, che sia una critica ad un atto di bullismo, che sia qualcosa di divertente. Tendo ad essere me stesso insomma e per me i valori sono molto importanti.

Quando si potrà effettivamente tornare a suonare dal vivo, porterai i tuoi ultimi lavori in giro per l’Italia? Hai già qualche live programmato?

Sicuramente, uno dei principali obbiettivi sarà proprio quello di portare i miei progetti in giro per l’Italia. Stiamo organizzando varie cose, ma per adesso non posso dire nulla!

Sogni nel cassetto?

Cantare in uno stadio davanti a centinaia di migliaia di persone tutte lì per me.

Ultima domanda: hai già in mente progetti per il futuro?

Assolutamente si! Sono progetti molto grossi che sono in fase di chiusura. In realtà uno già è chiuso. Tenete d’occhio i miei Social. Settembre sarà un mese molto interessante!

Pic by Marco Russo

 

Si ringraziano come sempre Aka 7even e l’Ufficio Stampa Music & Media Press.

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