Anastasio: la recensione di metà tour con il concerto al Campus Industry Music di Parma

Giunto all’undicesima tappa, “La Fine Del Mondo Tour” di Anastasio continua a collezionare un Sold Out dopo l’altro.

Folla di pubblico anche ieri sera al Campus Industry Music di Parma.

Noi di MIC, vi raccontiamo com’è andata e, come promesso, pubblicheremo tutti i video e le foto delle varie tappe a cui abbiamo assistito, alla fine della tournée, per una questione di etica professionale e di rispetto per tutti coloro che lavorano duramente alla realizzazione di un tour (per il momento, potete leggere la recensione della Data Zero di Trezzo sull’Adda al Live Music Club a questo link e dare un’occhiata ad alcuni scatti della tappa di Torino all’Hiroshma Mon Amour, a questo link).

Anastasio al Campus Industry Music di Parma.

Fin dalle prime ore del pomeriggio, nonostante un primaverile clima incerto che ha portato a qualche acquazzone sparso, alcuni fan hanno postato messaggi e foto davanti al locale sulla Pagina Facebook del Campus, a testimonianza del fatto che la passione per la Musica non può essere fermata, nemmeno dalla pioggia.

Come per i precedenti concerti di Anastasio, anche Parma ha dimostrato che il talento del giovane artista ha colpito grandi e piccini: nel pubblico, infatti, bambini accompagnati dai genitori, adolescenti, ragazzi e persone di ogni età, molti dei quali “armati” di fascette, magliette e gadget, in vendita allo stand del merchandising UFFICIALE, presente ad ogni tappa.

Dopo il jingle di RTL 102.5 (Media Partner Ufficiale de La Fine Del Mondo Tour), Anastasio entra in scena, preceduto dalla sua giovane e talentuosa band (Alessio Brun – basso e synth -, Marco Lanciotti – batteria – e Gianmarco “Etna” Caruso – chitarra e synth -).

Nonostante le svariate tappe a cui abbiamo presenziato, la grinta dell’artista e lo show messo in piedi dal suo staff, non ha smesso di stupirci; uno show in grado di regalare emozioni, svago e divertimento a tutto il pubblico.

Come sempre, apre il concerto “Another Brick In The Wall”, che, sin dalle prime note, accende la platea, che accoglie l’artista con tutto il calore possibile.

Non è difficile notare la crescita di Anastasio sul fronte della presenza scenica: da una più che comprensibile apprensione della Data Zero (che riteniamo arricchisca sempre la prima di ogni tour), alla naturalezza, l’energia e la consapevolezza di “essere esattamente dove si vuole essere” di metà tour.

Dopo “Intro (Esercizio di Stile)” e “Costellazioni di Kebab” è il momento de “La fine del mondo”, nella versione presente nell’omonimo EP, brano che viene cantato da tutti, dalla prima all’ultima fila.

E’ poi il turno di “Fuoco” e “Rosso Malpelo”, due brani che, seppur provenienti dal repertorio dell’artista antecedente ad X Factor, sono conosciuti e cantati da molti dei presenti; due brani, che seppur diversi nelle tematiche trattate, rendono perfettamente l’idea del filo conduttore dell’universo rap di Anastasio, molto lontano da quello trito e ritrito a cui, negli ultimi anni, una buona parte del mercato discografico (dei suoi protagonisti), ci ha abituati.

Dopo le rime romantiche di una già poesia in musica come “Se piovesse il tuo nome”, brano scritto da Calcutta ed interpretato da Elisa, è il momento di due canzoni dal testo profondo e riflessivo, “C’è tempo” e “Correre”.

Il pubblico torna subito a scatenarsi con “Un adolescente”, uno dei brani in scaletta più attesi ed apprezzati in ogni tappa del tour.

Sedia sul palco e chitarra sotto braccio, arriva “la prova”, come viene definita dallo stesso artista: si tratta de “Il Giro di Do”, brano inedito, presentato per la prima volta alla Data Zero, scritto da Anastasio prima di avvicinarsi al rap; brano che, data dopo data, riscuote un enorme successo. E’ una canzone che appare leggera, ironica, ma che, se riascoltata ed analizzata, pur nel suo graffio divertente, rientra nella firma stilistica dell’artista, che finora è stato in grado di inserire messaggi ben precisi, a volte in maniera sottile, in ogni testo scritto ed interpretato.

Si ritorna nel mondo dei grandi nomi della musica nazionale, questa volta con la cover di “Mio fratello è figlio unico”, una delle perle lasciate alla Canzone Italiana da una delle sue maggiori personalità, Rino Gaetano.

Momento introspettivo sul palco del Campus: con “Ho lasciato le chiavi”, Anastasio si gira verso la sua band, dando le spalle al pubblico, chiude gli occhi e si immerge nella musica. A fine esecuzione, tiene a sottolineare che il voltarsi, durante questo specifico brano, molto sentito e molto intimo, non è certo una mancanza di rispetto nei confronti dei presenti, ma è il suo personale modo di lasciarsi andare alla musica, che pare anche riportare ed accrescere l’attenzione del pubblico sulla magia delle esibizioni dal vivo.

Da un brano profondo ed intrinseco dell’ultimo EP, si fa un salto nel passato con uno diretto e pungente come “T.S.O”.

Prima però, sul palco va in scena un divertente siparietto: Anastasio invita tutti i presenti a tirare fuori il cellulare e dice “Ok Google, chiama mamma”. E questa volta, per la prima volta in 11 tappe, Google chiama davvero la mamma di uno dei presenti ed Anastasio, divertito, si fa passare il telefono e risponde all’inconsapevole signora, tra gli applausi del pubblico e l’incredulità del proprietario del cellulare.

I cellulari restano importanti anche per il prossimo brano. Luci spente, illuminazione donata soltanto dalle torce dei telefoni ed è subito incanto. Il Campus risplende di un’atmosfera che solo la musica riesce a regalare, rendendo affascinante anche uno smartphone. E’ giunto il momento di un altro capolavoro della discografia italiana, “La porta dello spavento supremo” di Franco Battiato.

Dall’atmosfera magica di un testo agitato e tormentato, a quella che diventa tale dal momento in cui a sfiorarla sono i BowLand. Con i loro suoni unici, in grado di rendere delicato e sensuale ogni brano, riescono a trasportare il pubblico nel loro incanto e ci riescono anche questa volta, pur non essendo presenti. E’ chiaramente il momento di “Autunno”, uno dei pezzi più delicati ed espressivi di tutto l’EP.

E di nuovo si cambia clima in uno schiocco di dita e, con la cover di “Clint Eastwood” dei Gorillaz, basta una nota a far scatenare il pubblico.

Il concerto è quasi giunto al termine, ma non può certo mancare la reinterpretazione di uno dei brani più incisivi della musica italiana, “Generale” di Francesco De Gregori.

Il compito di chiudere una delle tappe più vivaci di questa prima tranche del tour, spetta alla prima versione de “La fine del mondo”, che non smette di mandare in visibilio il pubblico.

Dopo 11 appuntamenti, quasi uno di seguito all’altro ed 8 palchi in 8 città diverse, la gioia negli occhi di Anastasio (e dei suoi musicisti) sembra accrescere di tappa in tappa, e l’affetto del pubblico è per loro sicuramente il regalo più grande.
Ed anche a Parma, a fine show, per ringraziare di questo grande regalo, Anastasio e la sua band restano in sala per scattare foto e firmare autografi.

A questo link, altri scatti dalla nostra galleria Facebook.

 

Si ringrazia l’Ufficio Stampa di Rizoma Comunicazione per la disponibilità ed il Campus Industry Music per l’ospitalità.

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