Il Reggae

Per questo appuntamento con il MIC Music History vogliamo parlarvi del genere musicale che la scorsa settimana, come vi abbiamo comunicato in questo articolo, è stato dichiarato patrimonio dell’Unesco: il Reggae.

Il Reggae è un genere musicale nato in Giamaica nella seconda metà degli anni Sessanta, come frutto di diverse influenze artistiche, musicali e culturali e discende, essenzialmente, dallo Ska.

Nasce come una nuova evoluzione della musica rappresentativa della Giamaica, appunto lo Ska ed il Rocksteady (a sua volta, evoluzione dello Ska), poiché, quest’ultimo, veniva considerato “troppo lento” dal pubblico, che cercava qualcosa di più ritmato, di più ballabile.

Possiamo comunque affermare che la storia del Reggae si costituisce parallelamente in due luoghi, in maniera del tutto speculare ed allo stesso tempo opposta: in Giamaica, la sua terra di origine, ed in Inghilterra. Speculari ed opposte perché, se in Giamaica il Reggae nasce come evoluzione dello Ska, in Inghilterra succede l’esatto opposto, poiché, aldilà di un’effimera moda Ska sul finire degli anni ’60, si afferma prima il Reggae con il suo pioniere indiscusso, Bob Marley, poi, e solo successivamente, con un’ondata di revival, che fa riscoprire lo Ska ed è proprio da qui che ha origine l’equivoco, tutt’oggi molto diffuso, che lo Ska nasca in seno al Reggae e non viceversa.

Per quanto riguarda le caratteristiche del Reggae, possiamo dire che, rispetto al Rock, inverte il ruolo del basso e della chitarra: il basso diventa lo strumento predominante e la chitarra, seppur presente, risulta meno incisiva.

La prima forma di Reggae viene chiamata “early reggae”, proprio per distinguerla dalle sue successive evoluzioni ed era caratterizzata da sonorità tipiche dello ska e del rocksteady, supportate da quelle derivanti da nuovi strumenti, come l’organo e le chitarre.

In una delle prime sessioni di registrazione di questo nuovo genere, vennero usati l’organo e la chitarra ritmica per creare un altro tipo di sound. Il nuovo genere presentava quindi un ritmo dall’andamento più spezzato e convulso rispetto al Rocksteady, proprio come il pubblico chiedeva.

Sulle origini del nome, ci sono diverse teorie: alcune sostengono che il termine derivi da “regga”, il nome della lingua parlata dall’antica civiltà dei Bantu, una tribù africana o, come sosteneva Bob Marley, pioniere indiscusso del Reggae, da una parola di origine spagnola che significa “la musica del Re”. Secondo altri, il termine è legato all’onomatopea dei suoni prodotti; per altri ancora è una storpiatura di “streggae”, che nello slang di Kingston, è sinonimo di prostituta. Secondo Alton Ellis, il “Grandfather of Rocksteady” (il “Padrino del Rocksteady”), il termine “reggae” nasce dal fatto che la chitarra suonava in un modo simile alla parola ‘re-ggae, re-ggae’ (imitando la lenta chitarra ritmica del reggae), ma la teoria più accreditata sembra essere quella che attribuisce il merito ai Toots & The Maytals (band reggae giamaicana), con la pubblicazione del loro brano “Do The Reggay” del 1968.
In realtà il nome “reggay” era già stato inventato intorno al 1960, per identificare un rozzo (in inglese “ragged”) stile di ballo e di musica. Questo venne confermato anche dai Toots & The Maytals, che affermarono che prima della nascita del genere musicale, il termine “reggay” era usato per descrivere una danza in voga in Giamaica e non era associato allo stile di musica poi riconosciuto come Reggae.

Come riporta Wikipedia,

«si può supporre che i Toots & The Maytals pubblicarono nel 1968 il brano “Do The Reggay” riferendosi in quel caso al particolare ballo. Poi il termine venne accostato al loro stile musicale grazie a questo brano, mutando in “reggae”».

Wikipedia spiega anche, in maniera esaustiva, com’è avvenuta la diffusione del genere Reggae:

«La diffusione del reggae venne decretata da gruppi come Beverleys All Stars, caratterizzati da robuste linee di basso, chitarra in levare, la batteria in rimshot (ovvero un colpo dato prendendo sia la pelle del rullante sia il bordo in metallo), e, come nel rocksteady, fiati meno presenti, largamente utilizzati invece nello ska. Il genere venne caratterizzato anche da una pesante ritmica in backbeat, ovvero quando l’accento sul secondo e quarto tempo simula il colpo di rullante in levare in un tempo di 4/4. Questo backbeat è presente in tutti gli stili influenzati dalla musica africana mentre non è presente nella musica europea o asiatica. I batteristi reggae accentuano il terzo battito in un tempo di 4/4 con un colpo sulla grancassa. Il reggae oltre allo ska e rocksteady, includeva come questi ultimi, influenze derivanti dalla musica tradizionale giamaicana (afro-caraibica), inclusi Mento e R&B americano. Quando la gente chiese di che sonorità si trattasse, non si era ancora trovato un nome per questa variante ma alcuni dissero che suonava come “ragga”, che significa grezzo, rozzo, vecchio. Il nome presto mutò in “raggay”, e poi in reggae».

Bob Marley, considerato senza eccezioni come il principale esponente del Reggae, diffuse il genere non solo sotto l’aspetto musicale e ritmico, ma come culto vero e proprio; il Reggae non può infatti essere considerato solo un puro genere musicale, ad esso si associano la religione Rastafari (fede nata in Africa, come erede del Cristianesimo, che prende il nome da Ras Tafari, imperatore etiope che salì al trono con il nome di Hailé Selassié) ed il pensiero di Marcus Garvey, sindacalista e scrittore giamaicano, che nei primi del ‘900 professava il ritorno in Africa dei discendenti degli schiavi, la lotta per la giustizia sociale, il consumo di ganja (marijuana) e la tipica capigliatura con i dreadlocks.

Bob Marley, dopo aver pubblicato alcuni singoli senza ottenere particolare successo, pensò, come abbiamo visto nel MIC Music History dedicato allo Ska, che il modo migliore per emergere fosse cantare e suonare in gruppo con altri amici musicisti ed è così che, nel 1963 diede vita ai The Wailers – conosciuti poi come i “Bob Marley & The Wailers” -,  con la pubblicazione di “Natty Dread”, l’album che, tra le altre, contiene il successo globale “No Woman No Cry”.

Nel 1974 i Wailers firmano un contratto con la Island, che con l’album “Catch a Fire” lancia il gruppo a livello internazionale. Dal 1973 in poi, girano in tour fra Europa e Stati Uniti ed una star del calibro di Eric Clapton realizza la cover di “I Shot the Sheriff”, brano originariamente contenuto nel secondo album pubblicato per la Island, “Burnin’”, che comprende anche la notissima “Get Up Stand Up”. La versione di Clapton raggiunge il primo posto nella classifica statunitense dei singoli. Sempre nel 1973 esce il film “The Harder They Come”, interpretato e cantato dal bravissimo artista giamaicano Jimmy Cliff, la cui colonna sonora, con la presenza anche di molti altri artisti, contribuisce notevolmente alla diffusione del Reggae.

L’apice della popolarità del Reggae arriva tra la fine degli anni ’70 ed i primissimi anni ’80.

Nel 1980 Bob Marley & The Wailers si esibirono allo stadio San Siro di Milano, dove suonarono davanti a 100 mila spettatori: fu il concerto più grande da loro mai realizzato.

L’anno successivo, il 1981, segnò purtroppo la morte, prematura (aveva solo 36 anni), di Bob Marley, divenuto ormai un’icona non solo per i meriti artistici, ma anche per il messaggio di riscatto sociale che comunica attraverso le sue canzoni.

Anche se da allora i riflettori sulla musica giamaicana si sono affievoliti, il Reggae non è mai scomparso, anche grazie ai numerosi figli di Marley – dei quali Ziggy è quello che ha avuto maggiori riscontri- , mescolandosi sempre di più ai generi mainstream europei ed americani e confluendo in altre sonorità come il Dub (sottogenere vero e proprio del Reggae, nato intorno alla metà degli anni ’60 e tornato in voga nei ’90), il Trip-Hop, (che si è sviluppato fra gli anni ’90 ed i primi 2000) ed il Reggaeton.

Altri esponenti del genere Reagge a livello globale sono sicuramente Burning Spear, Dennis Brown, Jimy Cliff e Lee Perry e, più recentemente, dagli anni ’80-’90, Manu Chao, Shaggy (Reagge/Raggamuffin Hip Hop) e Sean Paul (Dancehall Reggae/Reagge/ Raggamuffin).

Per quanto riguarda l’Italia, gli esponenti più importanti sono senza dubbio gli Africa Unite (in origine, conosciuti come “Africa United”), una band di Pinerolo (TO) formatasi nel 1981 e che, ancora oggi, produce dischi e si esibisce dal vivo nel segno del reggae.

Altri gruppi noti della scena reggae italiana sono i Reggae National Tickets (in attività fino al 2000), i Sud Sound System (genere: Reggae/Dancehall), i BoomDaBash (genere Reggae/Dancehall/Raggamuffin Hip Hop), Pitura Freska ed i Trit D’Union.

Vanno sicuramente citati anche altri artisti italiani che nel Reggae hanno trovato la loro espressione artistica e professionale; i più celebri e stimati sono Alborosie (pseudonimo di Alberto D’Ascola, artista di Marsala naturalizzato giamaicano, noto anche per essere il leader ed il fondatore della band Reggae National Tickets), Babaman (noto anche come Irieman o Mr. Baba), Brusco (conosciuto anche per essere un componente di una delle Posse Reggae più importanti in italia, la Villa Ada Posse) e Vacca (pseudonimo di Alessandro vacca, artista di Cagliari naturalizzato giamaicano, noto anche per essere membro dei collettivi milanesi “Voodoo Smokers Familia” e “Golden Bass Sound” e del collettivo internazionale “Voodoo COD”. Genere Reggae/Rap/Raggamuffin Hip Hop).

Di seguito, vi proponiamo alcuni brani Reagge, di ieri e di oggi.

Toots & The Maytals –  Do The Reggay:

Video (Solo Audio):

Bob Marley & The Wilers – No Woman No Cry:

Video (Solo Audio):

Burning Spear – Slavery Days:

Video (Solo Audio):

Ziggy Marley – True To My Self:

Video Ufficiale:

Africa Unite – Non sei sola:

Video (Solo Audio):

Reggae National Tickets – Il mondo:

Video Ufficiale:

Sud Sound System – Le Radici Ca Tieni:

Video Ufficiale:

BoomDaBash – Sunshine Reggae:

Video Ufficiale:

Alborosie – Kingston Town:

Video Ufficiale:

Babaman – La Coca:

Video (Solo Audio):

Brusco – L’erba della giovinezza (Maria):

Video (Solo Audio):

Vacca – Nella Terra Di Bob:

Video Ufficiale:

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