Alega ci insegna a perdonare noi stessi tra barre e riflessioni: “In Errori di maturità parlo al me stesso adolescente e lo perdono”
Siamo felici di presentarvi la nostra intervista ad Alega, al secolo Alessandro Borsarini, talentuoso rapper italiano classe 1997 che lo scorso 22 Febbraio, dopo aver pubblicato il debut album “Golgota“, ha rilasciato in radio e su tutti i digital store “Errori di maturità“, il suo nuovo singolo.
Il brano, una lettera di barre e cuore che l’artista rivolge al se stesso adolescente, intervalla strofe intime dalle sfumature cupe ad un ritornello delicato, profondo e fortemente ipnotico.
Un pezzo che smuove l’anima sin dall’apertura e ci insegna a perdonare noi stessi, perché per quanto sia difficile perdonare gli altri, ancor di più lo è quando si tratta di farlo con i nostri stessi errori.
Di seguito, la nostra intervista; buona lettura!
Alega – Intervista.
Ciao Alega e grazie per questa chiacchierata. Il tuo nuovo singolo, “Errori di maturità”, ci ha conquistato fin dal primo ascolto. Raccontaci come è nato.
Ti e vi ringrazio di cuore. “Errori di maturità” è nato piuttosto a caso: avevo già concluso il progetto “Golgota” e stavo sfogliando tra il materiale che avevo sul computer; in un angolo dimenticato, c’era questo giro di chitarra ed è stato amore a primo ascolto. La base ha subìto intensi cambiamenti prima di arrivare alla versione che tutti conosciamo, ha passato almeno 10 versioni differenti. Ho voluto curare ogni singolo dettaglio con l’intento di dare giustizia ad una base di questo tipo, cercando di trovare le parole giuste al momento giusto.
Se potessi tornare indietro rifaresti tutto da capo o cancelleresti alcuni “Errori di maturità”?
Non ho rimorsi per gli errori che ho fatto quando ero più piccolo, difatti “Errori di maturità” è nato per questo. Vedo in “Errori di maturità” l’incarnazione musicale di una carezza, una pacca sulla spalla alla versione giovane di sé stessi. Se tornassimo indietro, i rimorsi e gli sbagli ci porterebbero ad avere un confronto più aggressivo con noi stessi; invece “Errori di maturità” è un caldo abbraccio di consolazione, pieno di compassione e nostalgia di ciò che eravamo; quindi sì! Rifarei tutto da capo, anche quei grandi errori che mi hanno e hanno ferito molto, in un modo o nell’altro, hanno comunque contribuito a farmi diventare ciò che sono adesso, e devo rispettarli in quanto tali.
Come nascono i tuoi brani? Prima testo o sound?
I miei brani nascono perlopiù da un’idea o da qualcosa che mi ispira particolarmente. Solitamente, il primo passo è ricreare le stesse emozioni che mi dà quel brano, per poi stravolgerlo completamente dandogli il mio tocco personale. Con “Errori di maturità”, invece, è stato il caso contrario, come detto precedentemente, ho sentito questo giro di chitarra da un campione che avevo sul pc e da lì ho rielaborato tutto ciò che ora è pubblicato. Rispondendo alla domanda quindi, nasce prima di tutto il sound, la melodia vocale e i testi sono uno degli ultimi passi del mio processo creativo.
Cosa ti ha spinto a rappare?
Non c’è un motivo ben preciso, ho sentito il bisogno di farlo passati i diciotto anni. Nella vita quotidiana, non sono una persona che tende ad esprimere apertamente le proprie opinioni, specialmente davanti a più persone. Uno dei lati che più apprezzo di questo lavoro è che in questo caso, servendomi del mio lato artistico, posso esprimere quello che ho in testa, caricandolo nel mio piccolo spazio personale. Crescendo, uno dei motivi che mi spinge a continuare a fare musica è sicuramente il fatto che le persone si rivedono nelle cose che scrivo.
Sei molto creativo. L’anno scorso hai realizzato dei brani più visivi che musicali, tutti sui peccati capitali. Come ti è venuta quest’idea?
Ti ringrazio molto. L’idea di un progetto più a impatto visivo che musicale mi è nata per il bisogno di distribuire la mia musica attraverso un approccio molto più diretto: volevo essere libero di esprimermi con un sound fuori dalla mia zona di comfort. L’ idea di utilizzare i vizi capitali come struttura del progetto deriva dal fascino che ho sempre covato per il tema religione, ma cercavo anche qualcosa che fosse facilmente riconoscibile e immersivo per tutti. È stato un bell’esercizio mentale rilasciare un brano per ogni peccato, dandomi anche la possibilità di filtrarlo attraverso il mio punto di vista.
E visto che ti piace sperimentare, cosa ti inventerai quest’anno? “Errori di maturità” è il primo passo di quale nuovo progetto?
Onestamente? É ancora tutto da vedere! Non ho pianificato tutto l’anno, ma mi sono imposto l’obiettivo di essere costante con le pubblicazioni di musica nuova. Al momento sono più propenso alla pubblicazione di singoli che hanno una loro storia da raccontare, rimanendo comunque su un ciclo autoconclusivo. Per ora non fanno parte di nessun progetto più grande di loro, ma…Mai dire mai!
Si ringraziano Alega e, come sempre, l’Ufficio Stampa Brainstorming.
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