Mike Orange: “La musica fa parte di me”

Ieri abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Mike Orange, talentuoso cantautore lombardo che lo scorso venerdì, 29 Gennaio, ha pubblicato “Segrate”, il suo nuovo singolo, accompagnato dal videoclip ufficiale, apripista dell’EP “Arancio” la cui uscita è prevista per il 19 Febbraio.

Di seguito, la nostra intervista.

Mike Orange – Intervista.

Ciao Mike, benvenuto su Musica In Contatto e grazie per questa chiacchierata. Domanda rompighiaccio: tre aggettivi che ti rappresentano.

Ciao, grazie a voi per questa intervista ed un saluto a tutti gli amici e le amiche di Musica In Contatto. 3 aggettivi per descrivermi? Coinvolgente, empatico, riflessivo. L’ultimo aggettivo è una conquista recente, quindi ci tengo a dirlo!

Quando hai capito di voler fare il musicista?

In realtà non l’ho mai capito, mi ci sono trovato. È da quando ho 17 anni che suono con delle band di amici, per divertirsi. Nel tempo mi sono reso conto che la musica è qualcosa che fa parte di me. Ad un certo punto, preso da una piccola crisi personale avevo anche pensato di smettere, ma dopo 6 mesi mi è tornata ancora più voglia di prima. Alla fine ho capito che la musica mi serve per spiegarmi, per metabolizzare quello che mi succede e per dire tutto quello che di solito non riesco ad esprimere con le parole o che non ho il coraggio di dire

Il tuo percorso inizia con il punk e successivamente si sposta su sonorità più morbide, a metà strada tra rock e pop. Cosa ti ha fatto cambiare direzione?

Credo che sia una cosa che ho dentro da sempre. Il primo artista che ho davvero approfondito nella mia vita è stato Battisti, quando avevo 14/15 anni. Ho sempre avuto una certa attrazione per la melodia e la musica italiana. Poi l’ho lasciata perdere per tanto tempo. Un paio d’anni fa volevo degli stimoli diversi e sono stato incuriosito dal nuovo corso della musica italiana, per cui ho deciso di mettermi alla prova su binari diversi dai soliti. Mi sono costruito un piccolo home studio e ho cominciato a scrivere qualcosa di nuovo. È venuto tutto molto naturale.

Questa evoluzione è ben presente nel tuo nuovo singolo “Segrate”. Il testo del brano, però, tocca temi sociali, quasi di protesta. Una parte del tuo vissuto che non ti abbandona quindi?

Quella parte credo non mi abbandonerà mai. In fondo, se sono quello che sono e ho dei valori in cui credo, lo devo a quel percorso. E meno male che è così. Non solo per la musica naturalmente. Quello che mi porto dietro sempre è la filosofia DIY (Do It Yourself): sono abituato a creare tutto in casa, aiutato da persone che tengono a questo progetto e pensano che abbia qualcosa da dire. Nel tempo spinti da questo modo di fare abbiamo dato vita a un’etichetta discografica con altre band di amici che facevano più o meno quello che facevamo noi (la Samoan Records) e quando è uscito l’album dei SOCS (l’altra band con cui suono) siamo riusciti ad organizzare un tour che ha toccato quasi tutto il Nord Italia, e a ottobre di un paio d’anni fa siamo arrivati anche in Sardegna. Senza la pretesa di guadagnare, ma di coprire le spese, per la passione di farlo.

Raccontaci come si è sviluppata la produzione di questa canzone e con chi hai lavorato per ottenere la miglior versione possibile del brano.

Mi ricordo che era il mese di agosto quando avevo testo e musica di questo pezzo. Quindi, come faccio sempre, ho registrato un piccolo demo del brano per farlo ascoltare ai membri della band che mi accompagna e l’abbiamo arrangiata grosso modo come la senti adesso. Siamo un gruppo di amici, con alcuni avevo già suonato in altri progetti, con qualcuno avrei sempre voluto suonare ma non c’era mai stata l’opportunità. Per citarli, sono Giangiorgio Giallo alla batteria, Simone Mazzola al basso, Alberto Ubbiali alla chitarra e Dario Sorano alle tastiere. Dopodiché abbiamo registrato la preproduzione da Francesco Matano presso gli studi di Musica per il Cervello, studio di Caravaggio (BG) e poi siamo andati al Trai Studio di Inzago (MI) dove il nostro amico Fabio Intraina ha registrato, fatto il mix e Ric Zambly ha fatto il master

Il 2020 ha messo tutti noi a dura prova. Sei cambiato in questi mesi? Quello che è successo trova un riscontro anche nella tua produzione artistica?

E’ inevitabile che quello che stiamo passando lascerà delle tracce indelebili nelle nostre vite. Personalmente ho avuto sempre il carattere di uno che non sta mai fermo, soffro a stare tra quattro mura e in questo periodo non ho potuto fare altro che rivedere questo mio modo di essere. All’inizio è stata molto dura, ma devo dire che da qualche mese sono venuto a patti con questa situazione e ne ho trovato degli aspetti positivi e di crescita. Ecco spiegato il riflessivo dell’inizio! Per quanto riguarda la produzione musicale, è uscito a inizio 2021 il singolo #15agosto che parla del primo lockdown, quello tra febbraio e maggio. Siccome lavoro in un servizio essenziale, non ho mai smesso di andare a Milano e la sensazione di girare per una città fantasma, con un’atmosfera proprio strana (solo a Ferragosto vedi Milano così vuota) mi ha sempre suggerito questa immagine che poi è il titolo del brano. Per il resto, spero davvero passi in fretta, sarebbe bello ricominciare con i concerti, soprattutto andare a vederli, per trovare ispirazione ed energia negli altri.

E dal 2021, invece, cosa speri di ottenere? Ci sarà un disco completo da pubblicare nei prossimi mesi?

Il 19 Febbraio esce il mio primo EP, che si intitola Arancio. Sono 5 brani, di cui Segrate è il singolo di apertura. Rappresenta un primo passo verso un nuovo suono, e abbiamo voluto fare una fotografia di quello che stiamo facendo adesso, anche per tenere in memoria questo anno incredibilmente strano. Un disco molto live, gli arrangiamenti che senti sono quelli che abbiamo pensato in sala prove. Non vedo l’ora di farvelo ascoltare.
Grazie ancora, un saluto a tutti gli amici e le amiche di Musica In Contatto!

 

Si ringraziano Mike Orange e, come sempre, l’Ufficio Stampa 19 Media Agency.

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