Francesco Tirelli: “Il Rock per noi è musica, impegno e trasmissione al pubblico dei propri valori”

Si chiamano Francesco Tirelli come il loro cantante, ma sono una band a tutti gli effetti. Ne “Il decalogo”, il loro ultimo singolo, elencano le regole per diventare delle rockstar, naturalmente in modo ironico.
In occasione dell’uscita del videoclip, visibile qui, li abbiamo intervistati.
Francesco Tirelli – Intervista.
Ciao ragazzi e grazie per questa chiacchierata. Perché avete scelto un nome “singolare” per una band?
La scelta è stata presa da Alan, cofondatore del gruppo. Doveva tramettere l’anima mista dei Francesco Tirelli. Da una parte la base cantautorale, con il solo Francesco a scrivere testi e musiche, dall’altra la voglia di condividere la musica e di crescere come band e così, prima del nome Francesco Tirelli è stata aggiunta la “i”.
“Il decalogo” racconta i dieci modi per diventare rockstar e, a quanto dite, non ne avete “imbroccato” neanche uno… Ma voi volete veramente diventare delle rockstar?
Dipende. Se essere delle rockstar significa scimmiottare band del passato e autodistruggersi, no! Ma noi crediamo che il Rock sia altro. Sia musica, impegno e trasmissione al pubblico dei propri valori. In questo caso sì, vogliamo delle super rock star.
Avete una notevole gavetta alle spalle. Qual è l’esperienza della vostra carriera che vi è più cara?
Potremmo parlare dei numeri su Spotify e YouTube, pazzeschi per un gruppo indipendente, o dei nostri migliori concerti. Vi racconteremo invece del peggiore. Poche prove, set up sbagliato, affinità agli sgoccioli con alcuni ex componenti. Insomma, un disastro. Ma da quei fischi abbiamo imparato tanto e le soddisfazioni successive sono figlie di quella lezione.
State pensando a un nuovo disco? Ed, in caso affermativo, come sarà?
Il disco è in uscita, 10 pezzi sono pronti, un paio sono in lavorazione. Il disco sarà rock, ovviamente, ma non solo. Abbiamo lavorato tanto in questi tre anni, accogliendo influenze country, indie, pop, elettroniche e persino latino-americani.
Quali sono i musicisti italiani che vi piacciono di più?
Cavoli ne amiamo tantissimi. Guccini, De Gregori, Battisti, De André, Bennato, Dalla, Tenco, Ligabue, Vasco, Cesare Cremonini, i Negrita, i Litfiba. Tra i più giovani Lo Stato Sociale, Tommaso Paradiso ed i Pinguini Tattici Nucleari.
Ultima domanda: avete già ripreso a suonare dal vivo? E se no, come vi immaginate il primo concerto post-pandemia?
Non ancora. Come detto prima, abbiamo bisogno, per non ripetere errori del passato, di suonare solo nei concerti “giusti”. Se dobbiamo suonare obbligando il distanziamento sociale, rischiamo di perdere la carica che ci trasmette il pubblico, che per noi è fondamentale. Non ce lo immaginiamo; sappiamo che il nostro prossimo concerto sarà una bomba. Ne abbiamo troppo bisogno.
Si ringraziano i Francesco Tirelli e, come sempre, l’Ufficio Stampa Level Up.
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