Irene Brigitte: “Nutro una grande passione per il canto e per le sensazioni che solo la musica sa evocare”

Ieri abbiamo avuto il piacere di intervistare Irene Brigitte, cantautrice di Trieste, già attiva nell’ambito folk e popular music, che ha da poco pubblicato il suo nuovo singolo,”Prio“.

In questa estate così particolare abbiamo una grandissima voglia di celebrare le emozioni più pure e genuine  e “Prio”, che in siciliano indica una sensazione simile all’allegria, è un pezzo che parla della gioia, di quell’euforia un po’ illusoria che si prova quando ci si innamora e ci si sente sospesi.

Abbiamo chiesto a Irene di parlarcene un po’.

Irene Brigitte – Intervista.

Ciao Irene e grazie mille per questa chiacchierata! Hai voglia di descriverti in poche parole ai lettori che sentono parlare di te per la prima volta

Ciao e grazie a voi! Bè, sicuramente non sono una persona che ha il dono della sintesi. Però nutro una grande passione per il canto, su cui ho imbastito la mia vita e per le sensazioni che solo la musica sa evocare.

Ci parli un po’ della tua formazione musicale?

È iniziata a casa, dove si è sempre ascoltata tanta musica e si è sempre trovato qualche strumento abbandonato in salotto. Poi i concerti, le performance più sperimentali e le tantissime prove sono stati ottimi insegnanti. Più di recente ho avuto un colpo di fulmine per la musica antica e questa passione mi ha portato a varcare le porte del Conservatorio di Vicenza.

Come si è evoluto il tuo modo di fare musica nel corso degli anni?

Sono sempre stata legata alla dimensione dal vivo, quindi anche gli arrangiamenti hanno rispecchiato quello che succede durante il concerto. Fino a “Prio”. Con questo brano, grazie alla complicità del produttore Alessandro Giorgiutti, ho esplorato altre possibilità fuori dalla mia comfort zone voce-chitarra.

Sei originaria di Trieste ma “Prio” fa riferimento ad un termine appartenente al vocabolario siciliano. Cosa c’è all’origine di questa interessante contaminazione?

Gli incontri, come sempre. E a volte, non c’è maniera migliore di celebrarli se non usare le parole nuove che s’imparano nel nuovo contesto. Del sostantivo “prio” mi ha attratto il suono leggero ed il suo significato calzante di allegria, gioia.

Quanto c’è di Irene all’interno di “Prio”? Ti sei ispirata a qualche episodio autobiografico che hai voglia di condividere con noi?

È la mia prima canzone d’amore. Mi ci è voluto un po’ di tempo per scriverne una, ma alla fine è arrivata. Vivendo quella gioia (“prio”, appunto), è riemersa la sensazione che avevo di volare quando da piccola saltavo sui materassi, sempre più in alto. Non mi sono ancora spiegata il perché, ma sicuramente è un’esperienza che ha lasciato il segno.

Ci hai appena detto che sei appassionata di musica antica e sappiamo che continui ad approfondirne lo studio ogni volta che puoi. Quali sono, secondo te, gli artisti contemporanei che tra qualche secolo saranno ancora studiati come dei classici?

In realtà ho proprio una doppia attività musicale, quindi la musica antica per me è una presenza quotidiana. Questa è la classica domanda da un milione di dollari, ma se devo rimanere nell’ambito del pop, credo che casi come quelli Bjork e di Jacob Collier passeranno alla storia.

Ultima domanda: finora, qual’è stato il miglior live della tua vita?

Credo sia stato il concerto con Canary Pipe, fatto per “La Stanza della Musica” di Radio3 nell’ambito del festival Wunderkammer. È un progetto con Ilaria Fantin all’arciliuto, che unisce musica antica e cantautorato e che ha preso ispirazione dalla versione della cantautrice Ane Brun del “Lamento della Ninfa” di Monteverdi. Mi sono sentita nel posto giusto al momento giusto.

 

Si ringraziano Irene Brigitte e, come sempre, l’Ufficio Stampa Conza.

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