Millepiani: “La musica è sempre stata testimone essenziale del suo tempo, portatrice di valori o rivoluzioni, ribellioni e ricostruzioni”

E’ disponibile su tutte le piattaforme digitali “Eclissi e Albedo“, l’album d’esordio di Millepiani, talentuoso cantautore carrarese che, dopo anni di gavetta, fa il suo debutto con un disco ricco di sfumature e contenuti per nulla scontati.

Ieri abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con l’artista; di seguito, quello che ci ha raccontato.

Millepiani – Intervista.

Ciao Millepiani, benvenuto su Musica in Contatto e grazie per questa chiacchierata. Partiamo subito “in media res”: quanto è necessaria la Musica per rimanere in Contatto con la realtà?

Ciao a tutti e grazie a voi! Direi che è fondamentale: la musica è sempre stata testimone essenziale del suo tempo, portatrice di valori o rivoluzioni, ribellioni e ricostruzioni. Inoltre, per me la musica è uno strumento di indagine del reale, che passa attraverso il pathos, l’eros, il logos. La musica ti tiene in contatto con le persone attraverso un atto d’amore incondizionato che è lo scrivere canzoni, ti tiene in contatto con le tue emozioni più profonde e intime, ti tiene in contatto con la tua razionalità e il tuo intelletto. In definitiva, la musica può arrivare ad essere la realtà stessa.

Il tuo è un esordio, è vero, ma solo in apparenza: ci sono anni di militanza sui palchi ed una lunga gavetta formativa che trasuda e traspira da ogni tuo brano. Ricordi, però, la prima canzone che hai scritto? Di cosa parlava?

La prima canzone in assoluto la scrissi in prima Liceo, al pianoforte. Era una canzone che parlava di un alieno che giunto sulla terra provava a capire gli umani ma non riusciva ad imparare il loro modo di comunicare, allora decideva di andare a vivere sulle nuvole. Sembrava un po’ una favola, e la musica era una sorta di marcia in crescendo. E’ ancora nel mio cassetto dei ricordi e prima o poi la inciderò, magari nel prossimo disco.

Sei di Carrara, terra di arte e di artisti. Ti ha in qualche modo influenzato nella scrittura, la tua terra natia?

Amo molto la mia città, dove ho anche studiato, all’Accademia di Belle Arti. Carrara è un luogo pieno di bellezza e criticità, con molte contraddizioni e questioni irrisolte. I carraresi sono gente fantastica, di frontiera, non siamo toscani, non siamo liguri, abbiamo un dialetto che è un incrocio tra il toscano, il ligure e l’emiliano. Una personalità per certi versi introversa e ostica come quella ligure ma per altri più conviviale come i toscani. Anche il nostro rapporto col territorio, con la natura, è di dominio, di volontà di potenza, però nutriamo anche un senso di colpa quando alziamo lo sguardo dal mare verso le montagne bianche così fortemente antropizzate. In effetti sono tutti aspetti che mi hanno sicuramente influenzato e che si possono ritrovare in molte canzoni del disco.

Quanto è durata la gestazione di “Eclissi e Albedo”, il tuo disco d’esordio?

Tantissimo! La fase di scrittura e composizione si è dipanata lungo un paio d’anni e l’ultimo anno, il terzo, è stato in studio di registrazione per la produzione. I primi ingredienti del disco che ho preparato sono state le linee melodiche, le progressioni di accordi, i riff. Poi il lavoro più lungo e impegnativo, ma che mi ha dato anche più soddisfazione, è stato il lavoro sui testi, un cantiere in divenire che è arrivato a ridosso delle registrazioni. Nel frattempo avevo già preparato anche gli arrangiamenti dei pezzi e mi restava solo la parte testuale da finire. A un certo punto mi sono detto che dovevo smetterla di giocare con le parole e impormi una scadenza altrimenti il disco non l’avrei mai finito! Il terzo anno è stato in studio di registrazione, lavorando sulla produzione, sulla ricerca del sound e dell’interpretazione. Sono stati tre anni bellissimi.

Ogni brano sembra essere il crocevia quasi sinestetico ed interartistico tra vie espressive diverse, con una ricchezza simbolica e letteraria davvero strabiliante. Insomma, un bell’atto di coraggio nel secolo del dilettantismo, dell’impreparazione ostentata (che fa tanto indie…). Cosa ne pensi della scena musicale attuale e quale credi che possa essere l’ascoltatore ideale del tuo primo disco?

Credo che nel panorama indipendente italiano ci siano tanti artisti davvero incredibili, con un talento ed una personalità di primo livello. Il problema è che forse, ultimamente, si è un po’ appiattito il livello dell’ascoltatore medio, che fruisce la musica un po’ superficialmente. Non si ricerca più la musica come un tesoro da scoprire ma si prende quello che viene proposto abbastanza passivamente, mentre il bello di avere un panorama musicale così sterminato come quello odierno è veramente la ricerca di artisti che ci corrispondano e che solletichino la nostra sensibilità personale. Penso che l’ascoltatore ideale del mio disco sia una persona con i miei stessi gusti letterari e culturali, aperto alla sfida di cogliere diversi livelli di interpretazione delle canzoni, dalla più semplice e intuitiva alla più complessa e stratificata.

Parliamo un po’ delle canzoni: “Eclissi e albedo” e “Luce” sembrano essere parole chiave per comprendere il senso di un disco articolato ed anche per questo così affascinante. Insomma, possiamo dire che siano le chiavi ideali per aprire lo scrigno di un concept complesso come quello del tuo esordio discografico?

In effetti la Luce ed il Buio sono onnipresenti lungo tutto il viaggio di “Eclissi e Albedo”, dove talvolta prevale l’una o l’altro. Assumono significati diversi a seconda del contesto testuale: la luce può essere la verità, la gioia, il mistero che abbaglia, come d’altro canto il buio può essere sia la lontananza, il dubbio, lo smarrimento ma anche lo sfondo entro il quale è possibile contemplare le stelle. Le stelle sono sempre lì, è la luce solare che ne sovrasta la luminosità.
L’album inizia in modo luminoso e abbagliante, con i sintetizzatori e l’elettronica che investono l’ascoltatore in un tripudio di luce e finisce di notte, in un prato, d’estate, con il canto dei grilli, osservando la volta celeste. Questo percorso dalla luce iniziale al buio finale però ha un esito positivo e di speranza: in questo caso possiamo vedere la luce come caos abbagliante e multiforme, che rende la realtà indistinguibile e incontrollabile, mentre il buio è la contemplazione, l’interiorità, la ricerca della spiritualità e della trascendenza.

Cosa ne pensi dei meccanismi Spotify e, più in generale, dei digital stores? Insomma, a volte sembra che per  gli artisti sia diventato più importante e basilare entrare in una playlist che saper stare su un palco, dicci la tua.

Personalmente, la cosa più gratificante per me è scrivere canzoni e cantarle dal vivo, ma mi rendo conto che la componente virtuale della musica sta diventando sempre più importante. Certo, entrare in una playlist importante è un ottimo modo per veicolare i propri pezzi e farli ascoltare ad un pubblico immenso, ma ovviamente non è minimamente paragonabile alla gioia che si sperimenta quando si suona davanti a qualcuno, anche a una sola persona. La musica però vive in entrambi gli ambienti, reale e virtuale, ed entrambi sono importanti; il rischio della fruizione atomizzata delle playlist di Spotify è che si perda un tipo di ascolto più approfondito e avvolgente per uno più superficiale e distaccato.

Un artista (vivente o non) con il quale ti piacerebbe fare un feat.?

Credo che il più grande di tutti sia Paolo Conte, per la sua raffinatezza musicale e testuale, per il suo mondo poetico così originale e unico. Un feat con lui sarebbe davvero un sogno che si realizza!

Regalaci una citazione che senti essere adatta (tra le mille che hai nascosto nel disco) per convincerci ad ascoltare “Eclissi e Albedo”.

“Non c’è differenza alcuna se non c’è ripetizione” è il ritornello del pezzo che dà il titolo al disco ed è tratto da “Differenza e Ripetizione”, il testo filosofico di Gilles Deleuze, nella sua traduzione italiana. Per cogliere le differenze nel reale, bisogna che gli eventi si ripetano, così impariamo a conoscere; lo stesso vale per questo disco: ascoltatelo a ripetizione, così alla fine vi piacerà sicuramente!

 

Si ringraziano Millepiani e, come sempre, l’Ufficio Stampa 19 Media Agency.

Potrebbe interessarti ...

hosted by materiale elettrico - dibiasi.it