Laura Pausini in Conferenza Stampa: “E’ una roba pazzesca fare musica”. Il racconto di “Io Si (Seen)” e le bellissime parole per Sophia Loren

Pic by Thara Moore

Oggi pomeriggio, alle ore 15.00, si è tenuta in streaming la Conferenza Stampa di Laura Pausini con i giornalisti, durante la quale, la splendida cantautrice, icona e portabandiera della musica italiana nel mondo, ha raccontato “Io Si (Seen)“, il progetto musicale, in uscita domani, venerdì 23 Ottobre (qui il nostro articolo con tutti i dettagli), che la vede interpretare la colonna sonora del film “The life ahead/La vita davanti a sé” , pellicola, candidata agli Oscar, che vede il ritorno della magnifica Sophia Loren.

Raggiante, disponibile ed umile come sempre; Laura è una riconferma continua del significato di essere artista: si, perché non basta – ma di certo non può mancare – il talento, quello innato che va sempre coltivato con studio, dedizione e sacrificio, ma per rimanere, per lasciare davvero il segno, occorrono doti, qualità e punti fermi che non vanno mai dimenticati. Ricordarsi sempre da dove si viene, delle proprie radici e tenere bene a mente dove si vuole andare, senza porsi limiti, ma con la testa ben ancorata alle spalle ed il cuore sempre aperto. Questo è quello che Laura, in oltre 25 anni di carriera, ha insegnato a tutti, raccogliendo un successo dopo l’altro, un premio dopo l’altro, conquistando tutti e tutto, ma sempre con un sorriso e senza mai sentirsi “arrivata”.

Una carriera costellata di riconoscimenti e soddisfazioni, a cui oggi si aggiunge questo importante tassello, al fianco di Diane Warren, autrice del testo di “Io Si (Seen)” e della straordinaria Sophia Loren.

Di seguito, il resoconto della Conferenza, con le dichiarazioni dell’artista.

Ho scelto di abbracciare questo progetto, di cantare questa canzone, dopo aver visto il film. Il brano mi aveva colpita immediatamente, ma dopo aver visto il film, ho trovato da subito un’affinità personale; mi riconosco al 100% con il racconto. Nel 1999 avevo già cantato la colonna sonora di un film (“One More Time”, scritta da Richard Marx, colonna sonora del film ” Le parole che non ti ho detto (Message in a Bottle)”, diretto da Luis Mandoki ed interpretato da Kevin Costner, Robin Wright Penn e Paul Newman), ma in questo caso, per la prima volta, mi sono messa completamente a disposizione del film. Il testo, inizialmente, era solo in lingua inglese: abbiamo impiegato 25 giorni per la versione in italiano; io parto spesso dai testi, di solito per me sono molto istintivi e riguardano la mia vita, i miei pensieri. In questo caso volevo rispettare due cose: il significato del film, ma anche la posizione in cui questa canzone arriva, perché arriva in un momento molto particolare, lo vedrete: arriva per dire una cosa, un messaggio specifico. E volevo anche rispettare il testo originale in inglese. Tradurre concetti in italiano dall’inglese è quasi sempre impossibile, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. L’ho registrata in Romagna, a casa dei miei genitori, poi l’abbiamo riascoltata guardando il film ed abbiamo apportato ulteriori modifiche. Non mi era mai successo di mettermi a completa disposizione come interprete; negli ultimi 10 anni i miei testi hanno sempre qualcosa di mio, qualcosa che parla di me e della mia vita, ma qui volevo essere la voce narrante, in musica, del film. E’ stata un’emozione fortissima, un’emozione sopraggiunta sia dalla musica che dal film. La pellicola racconta di due persone che si incontrano, una donna ed un bambino. Uno di quegli incontri che cambiano la vita, in questo caso, la salvano. Questa cosa mi emoziona tantissimo.

Io e Sophia Loren ci siamo conosciute nel 2003, la prima volta ad una festa di Giorgio Armani a Beverly Hills, io stavo registrando un disco in inglese. Lei è stata molto tempo con me e lì ho capito che c’era molta empatia tra noi. Ci siamo riviste anni dopo a Ginevra, per un live benefico organizzato da Phil Collins; lei era nel pubblico ed io cantavo. Nel pomeriggio è venuta a vedere le prove e siamo state io e lei sole in attesa dei tecnici, abbiamo parlato moltissimo. Sophia è una donna straordinaria. E’ materna, protettiva. Poi, a Città del Messico, mentre io facevo The Voice, lei festeggiava il suo compleanno, ma nonostante ciò ha passato moltissimo tempo con me. Lei è un’icona, un’icona vera, anche se a lei non piace definirsi tale. Ti spiazza perché in una sola frase sa dirti parole che ti avvolgono, è moto empatica, molto vera. Ha sentito la canzone l’ha cantata , io l’ho anche vista cantarla questa canzone, mi verrebbe da dire che lo vedrete presto….Insomma, ve lo dico: nel videoclip ci sarà anche lei!

“Io Si (Seen)” è un dialogo ed in qualche modo, anche per questo, so che è stata anche Sofia a scegliermi. Io canto quello che lei dice a Momò, il bambino. Mi viene la pelle d’oca mentre lo sto dicendo. Lei interpreta una sopravvissuta all’Olocausto che si prende cura dei figli delle prostitute. Lui, invece, è un immigrato, un bambino di soli 12 anni, che però ha già visto tante cose brutte del mondo. La storia affronta l’abbandono, il tema della solitudine: due tematiche profonde, molto forti, viste da due prospettive differenti, quella di una donna e quella di un bambino, che insieme superano, attraverso la protezione, il senso di questa famiglia acquisita, l’altruismo, la tenerezza, tutte le difficoltà. Cuore e cervello, ci sono entrambi in questo film. Non ci sono barriere, pregiudizi raziali e culturali. Affronta il tema della diversità, del pregiudizio. Essere unici, secondo me, non significa essere primi in tutto, ma aver raggiunto dentro di noi un equilibrio, una forza e soprattutto una libertà che ti permette di fare quello che vuoi, quello che sai fare. Sophia, nel film, insegna molto, ma al tempo stesso impara dalle vite di questi bambini. Essere unici non significa essere primi in TV o al cinema, ma essere unici nella vita.

Momenti come quello che stiamo vivendo con la pandemia globale ci costringono a pensare e secondo me la vita non ha un senso se non si ha qualcuno da amare. Sono molto vicina a tutte le maestranze che in questi durissimi mesi non hanno potuto lavorare, alle loro famiglie. Insieme ai miei colleghi abbiamo fatto appello, ma è solo lo Stato che può intervenire. La vita vale la pena di essere vissuta perché esistono gli altri.

La musica è parte di me: io non ho mai sognato di fare la cantante famosa, il mio sogno era fare pianobar da sola, dopo averlo fatto per 10 anni con mio padre. Non avevo mai visto nessuna donna farlo da sola nella mia zona e volevo farlo. La musica ha sempre fatto parte della mia vita. Per fortuna che ne esiste tanta e di tanti generi diversi. A me cattura molto la parte emozionale, è quella che mi aiuta ad esprimermi al meglio.

Per quanto riguarda l’Oscar, a cui questo film è candidato, posso dire che in questi anni ho imparato a gestire le improvvise situazioni di nomination: per carattere ho bisogno di pensare che non vinco, perché se mi gaso e mi autoconvinco, bè, mi viene un crollone! Essere nella lista delle nomination è stata una bellissima notizia, ma ho già festeggiato mangiando un hamburger!  Dal giorno dopo, per me è finita di nuovo, non voglio pensarci.

Diane ed io ci siamo conosciute a metà degli anni ’90. Ci siamo riviste dopo anni; alcune cose devono succedere nel loro momento, non avevamo mai trovato una canzone che ci entusiasmasse per collaborare, ora è arrivato il momento.

Per quanto riguarda altri progetti, il concerto “Una Nessuna Centomila” è stato rimandato al 26 Giugno 2021; avevamo già venduto 86.000 biglietti: speriamo si possa fare il prossimo anno. Ancora oggi ci sono grandi disparità tra uomo e donna, ma se vali, hai talento, devi avere la stessa opportunità. Non voglio essere troppo femminista, chi merita deve, o quantomeno dovrebbe, avere le stesse opportunità, che sia uomo o donna. Ma sulla violenza non transigo, che sia fisica o psicologica e questo concerto, insieme alle mie colleghe, spero possa dare un messaggio forte e chiaro, perché non è mai abbastanza parlare di queste tematiche delicatissime.

Altri progetti, come un album, posso dirvi sinceramente che volevo cominciare ad ascoltare le canzoni che mi sono arrivate per fare un disco: negli ultimi anni faccio mettere tutti i brani che arrivano in una cartella digitale, in ordine alfabetico e solo con il titolo, facendo togliere il nome dell’autore, per non essere condizionata. Ad oggi siamo a 524 canzoni. Volevo cominciare a Marzo ad ascoltarle tutte, ma con il lockdown mi sono sentita per la prima volta un po’ persa. Ho avuto il timore che a nessuno interessasse se avrei continuato a cantare. Per molti è stato un periodo di ispirazione creativa, io, al contrario, mi sono bloccata. Poi, quando si è potuto uscire nuovamente di casa, sempre stando molto attenta, sono stata tre mesi in Romagna, ma ho continuato a rimandare, quasi per paura. Dopodiché è arrivata la collaborazione per il film con Sophia Loren e non ho avuto tempo. Ora ho molta voglia di ascoltare le nuove cose e mi piacerebbe uscire con il nuovo album per Natale 2021, ma magari arriverà prima. Non lo so. Voglio sperimentare, fare cose nuove, su altri stili e sonorità. Non per cambiare genere, ma per conoscere, magari, altri aspetti delle mie corde vocali.

Credo sia molto importante che il mondo della musica non rimanga fermo, perché alla fine va di pari passi con il nostro modo di vivere; può piacere o non piacere, ma è giusto che continui ad evolversi.

Concludo dicendo che, anche la copertina di questo progetto l’ho fatta io: ho usato il bianco ed il giallo. Il bianco per richiamare la purezza e la chiarezza, mentre il giallo, anche se non tutti lo vedono così, per una sorta di senso di inquietudine, ma anche di voglia di cambiare.

E’ una roba pazzesca fare musica.

Pic by Julian Hargreaves

 

Si ringraziano Laura Pausini e, come sempre, l’Ufficio Stampa Goigest.

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