Ensi, in Conferenza Stampa, presenta “Oggi”, il suo nuovo EP in uscita domani. Scopri il racconto Track by Track del disco

Pic by Andrea Barchi

Si è tenuta ieri a mezzogiorno, in streaming, la Conferenza Stampa di Ensi con i giornalisti, durante la quale l’artista torinese ha presentato “Oggi”, il suo nuovo EP (qui il nostro articolo a riguardo), in uscita domani, venerdì 23 Ottobre, che abbiamo avuto il piacere di ascoltare in anteprima.

6 tracce, innovative ma al tempo stesso fedeli a ciò che l’artista, che non ama definirsi un “pioniere del rap italiano”, ma più un “giovane veterano”, ci ha abituati.

Sincero, diretto e ricco di sfumature, un progetto che riesce a combinare la tecnica all’istinto e che, siamo certi, metterà d’accordo i fan “di vecchia data”, con i giovanissimi.

L’ennesima riconferma di talento, determinazione e desiderio espressivo, l’ennesima riconferma di una passione, quella per il rap, che Ensi è sempre in grado di rendere attuale, “fresca”, grazie ad un’evoluzione artistica e personale che resta però sempre fedele e coerente al suo percorso, dagli OneMic alla carriera solista.

A seguire, un breve riassunto delle dichiarazioni del rapper durante la Conferenza Stampa e, subito dopo, il racconto track by track dell’EP.

“Oggi”, il mio nuovo EP, ho iniziato a scriverlo ad inizio anno ed è un concept legato al tempo, ma non didascalico; con questo intendo dire che non racconta il momento odierno. “Cambio tutto sempre ma non cambia nada” dico in “090320” e con questa frase voglio far passare il messaggio che il rap ce l’ho sotto pelle, ma in questo EP ho cercato un’evoluzione. Un’evoluzione, si, ma rimanendo sempre fedele al mio passato, coerente con tutto quello che ho fatto fin ora.

Sono uscito dalla mia comfort zone, avvalendomi della collaborazioni di nuovi producer, anche se il mio “vecchio” team è sempre con me. Ho scelto produttori giovani, della nuova generazione, fatta esclusione per Gemitaiz che, anagraficamente parlando è vicino a me di età e fa rap da tanti anni, ma come produttore, è per così dire “nuovo”. Ogni scelta di featuring, di collaborazione, è stata ponderata. Sono del parare che “solo chi muore non cambia e non ha voglia di cercare qualcosa di diverso”. Lavorare con giovani, inoltre, mi consente di trasmettere loro la mia esperienza, così come io ho tratto molto dai rapper degli anni ’90; senza di loro non avrei mai potuto fare il rapper. Bisogna tramandare questa cultura, è un’eredità che va trasmessa alle generazioni future. Un rapper vuole sentirsi dire da un altro rapper, più grande e con più esperienza di lui, che è bravo. Il rap è molto mainself. Anche se ha raggiunto visibilità mainstream al giorno d’oggi, continua e continuerà ad essere un genere dall’ambiente per l’ambiente. Prima, ai miei tempi, non ci inciampavi nel rap italiano; eravamo “casi umani”, lo cercavamo noi. I miei compagni si vestivano stretti ed andavano in discoteca; io portavo i baggy ed andavo alle battle di freestyle. Adesso, invece, non riesco a distinguere, se li incontro per strada, un ragazzo che ascolta rap da uno che ascolta metal, questo perché sono un po’ sparite le subculture. Ma anni fa non eravamo in time, a pari con il resto del mondo. Importavamo cassette, vinili. Eravamo indietro di almeno di 10 anni, ora non è più così. La fuori ci sono tanti ragazzi curiosi che spero utilizzeranno bene i mezzi che gli sono stati messi a disposizione (piattaforme streaming, ecce cc). Prima il rapper parlava al rapper, il rap al rap. Ora parli a livello globale. E’ importante essere curiosi, conoscere la storia di questo genere e della cultura Hip Hop, ma parlando a tutti, oggi, puoi fare successo anche senza conoscere la storia della musica che fai. Puoi essere un bravissimo rapper anche se non conosci le radici del rap, ma la conoscenza di ciò che si propone alla gente aiuta molto per comprendere i messaggi e la cultura che c’è dietro.

Il sound che ho scelto per “Oggi” non ammicca alle sonorità del momento, perché in parte le sento distanti da me. Ciò nonostante, è sicuramente un lavoro attuale, pur rimanendo fedele ai miei punti fermi, che per me sono fondamentali.

Ho scelto di pubblicare un EP anziché un disco, sia perché per l’attuale mercato discografico lo ritengo più valido, sia perché un album, ora, sarebbe stato prematuro. Ma “Oggi” fa parte di un progetto più ampio, più grande.

Io non mi sento un pioniere del rap italiano, preferisco definirmi un “giovane veterano”. Diciamo che mi sento un “middle child”, un “fratello di mezzo” che è cresciuto ascoltando i precursori del rap italiano e che spera di trasmettere la stessa passione alle nuove generazioni. Perché, ci tengo a sottolinearlo, il rap non è musica per ragazzini. Il rap ha una storia. Io mi sento più fresco oggi che all’inizio della mia carriera. Il rap non è uno sport, non è che arriva uno più veloce di te; io sono del parere che più cresci, più maturi e più acquisisci consapevolezza, offrendo al pubblico un prodotto più raro e di qualità.

In “Oggi”, come in qualsiasi altro progetto fatto in precedenza, non mi sono risparmiato nel raccontarmi e chi mi segue dall’inizio lo sa. Per questo cerco sempre un’evoluzione, che è anche frutto delle mie esperienze personali, ma deve essere coerente con il mio percorso negli anni.

Mi è stato chiesto se sono contrario ad alcuni personaggi, a giovani che parlano solo di soldi e si espongono in maniera diversa dalla mia e di quella più “old school”. Io dico che i soldi sono importanti, ma che il successo non giustifica ogni cosa. I numeri non dicono quanto l’arte sia valida. Non si può’ mirare solo al guadagno, ma la generazione di oggi è nata in un periodo in cui tutto questo è sdoganato. Molti ragazzi dovrebbero rivedere la scala delle loro priorità, secondo me. Anch’io quando ho iniziato volevo comprare la casa a mia mamma, per esempio, ma la meta non è quella, quella è una conseguenza. Corriamo per la maratona, non per i 100 metri.

Dal punto di vista tecnico e stilistico, non mi sono mai sentito così in forma come ora e sono molto felice perché quando trasformi la tua passione in professione, rischi che la passione vada a scemare. Per me non è stato così. Probabilmente molto dipende anche dal fatto che ho una vita al di fuori e che sono cresciuto in un periodo storico in cui i Social non esistevano nemmeno e questo ti porta a dare meno importanza ai followers che vanno e vengono, anche se chiaramente il pubblico, il seguito, sono importanti per un artista.

Pic by Andrea Barchi

“Oggi” Track by Track:

090320. «Devi odiare quanto odio per amare quanto amo». Il brano si presenta come l’intro dell’intero EP, scorre in un flusso di coscienza in un’unica strofa, con un testo estremamente incisivo, poetico e ricco di riferimenti e citazioni di livello. Porta la data di inizio del lockdown, momento nel quale è stato scritto il pezzo, e che lo stesso artista ha dichiarato essere stato per lui un periodo di grandi riflessioni e cambiamenti. Le parole di Ensi si incastrano al beat costruito dal giovanissimo producer Kanesh, che cura le sonorità del brano rendendolo energico ed emozionale allo stesso tempo.

Clamo (feat. Dani Faiv). «Come faccio a stare calmo, baby?». Considerata da Ensi come una delle tracce più forti della sua intera discografia, il singolo, prodotto da Strage, è forse quello che meglio rappresenta l’essenza della musica del rapper, quello in cui le peculiarità del genere sublimano, dando vita a un pezzo che, come suggerisce il titolo, è concepito per trasudare clamorosità. La traccia è la quota più tecnica del progetto, un vero banger dove l’arte del rap è protagonista. A mettere la ciliegina sulla torta ci pensa Dani Faiv, con cui Ensi collabora per la prima volta, che aggancia una strofa di raro impatto.

Mari (feat. Giaime). «Faccio quello che mi riesce meglio, non riposo mai perché sono un tipo sveglio». Caratterizzato da rime taglienti ed incastri elaborati, il brano, prodotto magistralmente da Andry The Hitmaker, affronta il tema della cannabis, mediante chiare note di dedizione e senza ricorso a luoghi comuni o stereotipi, risultando al tempo stesso d’impatto e divertente, perfetto per dare alla raccolta un tocco di leggerezza. Il testo è irriverente e provocatorio, ma senza scadere mai nel banale e si accompagna ad un flow trascinante su una produzione che mette a rischio gli impianti audio. Il singolo si avvale del featuring di Giaime, uno dei protagonisti del rap degli ultimi anni, che oltre ad una prima strofa mozzafiato, si fonde perfettamente con Ensi in una terza strofa di scambi.

Specalist. «Suono new classic, lascio in cenere gli mc’s, qua nessuno mi assomiglia, faccio genere Ensi». Nel brano è evidente il richiamo verso una matrice classica dell’hip hop, quello più brutale, fatto di batterie pesanti e rime senza compromessi. Il sound, costruito da Gemitaiz, che cura interamente la produzione, si adatta impeccabilmente alle rime schiette ed affilate di Ensi e si distende su un sample che potrebbe andare in loop per ore senza mai stancare. Il rapper, nelle liriche mette in mostra le sue skills, fornendo una lucida panoramica della realtà attuale, di cui espone caratteristiche e contraddizioni, disseminando il testo di riferimenti musicali e culturali con un’attitudine unica.

Non sei di qua. «So bene fra’ da dove vengo, senti il flow, senti il gergo». Il singolo, prodotto da Lazza per 333Mob, è uno dei più personali dell’intera raccolta e si presenta come un viaggio nella storia di Ensi, che di rima in rima ricorda con orgoglio i luoghi da cui proviene, in cui ha iniziato a fare rap e che si porta dietro come tasselli fondamentali della sua musica e della sua persona. Il testo è disseminato di aneddoti e citazioni del passato dell’artista, cresciuto vicino a Torino e trasuda la fame, la determinazione e la voglia di rivalsa da cui il rapper è sempre stato motivato fin dagli esordi. Tutto questo su una base che ha il tiro di uno street anthem, conferma dell’ormai iconico sound di 333 Mob.

Giù le stelle. «non ci indurre più in tentazione, qui non cerchiamo la redenzione, vogliamo solo ciò che ci devi, non devi solo darci ragione». Il brano è il degno finale dell’EP, l’epilogo del primo capitolo del viaggio. Il testo, che lo stesso rapper ha definito uno dei suoi migliori di sempre, è ricco di immagini con riferimenti religiosi molto forti e suona come una preghiera carica di rabbia. Il sound, curato da Chris Nolan, uno dei producer più influenti e rivoluzionari della nuova generazione, abbraccia sonorità molto scure ed evocative, in un equilibrio di sound in perfetta sintonia con le rime, l’attitudine e i cambi di flow di Ensi.

 

Si ringraziano Ensi ed il suo Ufficio Stampa (Alessandra Gennaro e Lucrezia Spiezio).

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