wLOG: “Sento che sono vicino a qualcosa che sarà davvero diverso da tutto”

A partire da oggi, venerdì 10 Luglio, è disponibile in tutti gli store digitali “Nisba“, il nuovo EP di wLOG, cantautore milanese che seguiamo dagli esordi, apprezzandone scrittura e stile.

“Nisba”, che in milanese significa “Niente”, parla proprio del niente, ovvero dell’assenza: assenza di prospettive, assenza di sogni e di tutta la nostalgia che può derivare da questa sensazione. Il disco è un mix unico tra elettronica ed it-pop e ce le siamo fatti raccontare direttamente dall’artista.

wLOG – Intervista.

Ciao wLOG! Seguiamo il tuo percorso dagli esordi, ma è la prima volta che abbiamo il piacere di scambiare quattro chiacchiere. Inazitutto grazie per questa intervista. Partiamo con la prima domanda, una curiosità che ho sempre voluto chiederti: da dove arriva il nome wLOG e perchè la “w” è minuscola?

Ciao, grazie mille a voi! wLOG è un acronimo secretato di parole molto importanti per me. La mia piccola rinascita. La “w” è più piccola sia per una ragione formale (per dare forma ad un significato), che per sottolineare la parola che ne deriva. Wlog in matematica è un termine che indica una prova che ristringe il campo ad un caso speciale, ma che è valida anche per gli altri casi. Mi sento un po’ quel caso speciale.

Noi siamo di Pavia e, qualche variazione a parte, il dialetto è molto simile al milanese, ma come spiegheresti il concetto di “Nisba” a chi non è di Milano?

“Nisba” vuol dire semplicemente no, niente, per niente. E’ una negazione un po’ strafottente. Una delle poche parole esotiche nel vocabolario della città.

Qual è il momento o la situazione migliore per ascoltare il disco?

“Nisba” presenta quattro brandi diversi tra loro. Tutti adattabili a diversi momenti. “Cervello Parboiled” ad un ape. “Suppergiu’” se si va a fare tintarella. “Tremometro” se siamo “un po’ cosi” prima di dormire. “Ehi Carovita” sul divano dopo la pennichella.

Cosa ti ha portato a dedicare il titolo dell’album ad una parola dialettale e, più in generale, a Milano? C’è spazio per nuova musica?

Milano è molto importante per me. Una città che toglie e da. Che nega ed offre. Una città che rispecchia gli amori travagliati. Milano però le cose le fa sempre in grande stile. In un senso o nell’altro. Una città che nasconde il suo erotismo che però è potente. Credo ci sia spazio per sound nuovi. Ci sto lavorando in modo spontaneo. Sento che sono vicino a qualcosa che sarà davvero diverso da tutto. Le canzoni pop hanno per natura una loro struttura, ma penso che ciò non sia necessariamente un limite.

Immagina di aver modo di poter presentare tra pochi giorni questo disco dal vivo – sappiamo tutti che siamo ancora in emergenza COVID-19 e che per ora è tutto rimandato -; Come sarebbe il tuo primo concerto (esagera pure!)?

Spero di suonare dal vivo. Stiamo preparando un super set. Mi immagino tanta gente felice che balla e che si bacia. Luci, sudore, le frequenze del basso che smuovono lo stomaco. Le mie note nell’aria.

Cosa credi ci abbia insegnato questo periodo di quarantena? Ed in cosa, secondo te, non potremo più tornare indietro?

Penso che ci abbia insegnato ad apprezzare le cose più semplici e ad essere più forti. Spero che ciò non diventi cinismo. Spero che si vada verso la bontà d’animo. Io credo che potremo fare di nuovo tutto. Spero però con un po’ di rispetto in più. Sia per la vita che per gli altri. Ora ci adattiamo al nuovo modo di vivere. Di certo adesso abbiamo una estate da vivere!

Si ringraziano wLOG e, come sempre, l’Ufficio Stampa Astarte.

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