Matteo Sica: “Il Paese dei Balocchi è quello spazio tutto nostro che può essere ovunque ci sia musica”

Matteo Sica, vincitore del Deeyay On Stage 2018 con il singolo “Fino a tre” (qui il nostro articolo a riguardo), dopo l’ottimo riscontro dei brani “Traffico” (vedi qui), “Sabato Sera” e “Ti Porterei” (vedi qui), ha pubblicato “Nel Paese dei Balocchi” (RavOro/Artist First), il suo EP di debutto.

Il disco, arrangiato da Matteo Costanzo, vede alla produzione esecutiva Italian Music News di Sara Lauricella ed è disponibile, oltre che in digitale, anche in versione fisica, su prenotazione, a questo link.

Questo progetto, per il giovane artista, “rappresenta un luogo dell’anima, la casa dei sentimenti in cui accade tutto il caos delle emozioni.

In occasione dell’uscita dell’EP, abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Matteo.

Matteo Sica – Intervista.

Ciao Matteo, innanzitutto grazie per questa intervista. E’ appena uscito “Nel Paese dei Balocchi”, il tuo primo EP. Come è nata l’idea?

Ciao, e grazie a voi, è un piacere per me raccontarmi e parlarvi del mio progetto. Abbiamo iniziato i lavori di questo EP a Luglio 2019, con “Traffico” e li abbiamo da poco conclusi, a Maggio 2020, post lockdown. L’idea è nata dalla necessità di dover raccogliere e chiudere in 6 brani quanto vissuto fino a questo momento a livello sentimentale, per svuotare la mente ed iniziare a vivere e scrivere nuove cose, sulla stessa linea, o magari totalmente diverse da quanto fatto in questo EP.

Hai dichiarato che questo progetto “rappresenta un luogo dell’anima, la casa dei sentimenti”. Cosa significa e qual è il messaggio che vuoi trasmettere con la tua musica?

Ho sentito il bisogno di racchiudere i sentimenti e di doverli collocare tutti in un posto solo e ho pensato che “Il Paese dei Balocchi” potesse essere la loro casa, un luogo dell’anima dove tutto è possibile. Il Paese dei Balocchi è quello spazio tutto nostro che può essere ovunque ci sia musica, ovunque ci sia la voglia di sognare, ovunque ci sia la voglia di esprimersi. Il Paese dei Balocchi è un po’ lo specchio di molti di noi, di molte storie, siamo tutti un po’ come Pinocchio alla scoperta di un mondo fantastico che si rivela poi diverso, deludendo le aspettative, dove Mangiafuoco impersonifica la crudezza della realtà.

Sono trascorsi quasi due anni dalla tua vittoria al Deejay On Stage; cosa ti porti dietro di quell’esperienza e quanto è cambiata la tua vita da quel momento?

E’ vero sono trascorsi due anni, ma ricordo tutto come se fosse ieri ed a volte ancora non ci credo. L’esperienza di Deejay On Stage è stata fondamentale per il mio percorso, ha reso senza ombra di dubbio più valido ed interessante il mio bigliettino da visita e mi ha regalato emozioni grandissime. L’unica difficoltà personale, post esperienza, è stata non poter calcare frequentemente palchi così grandi che ti trasmettono calore, dandoti una carica incredibile e lasciandoti allo stesso tempo un vuoto assurdo. Riabituarmi ai palchi piccoli dei locali non è stato semplice, anche se poi ho capito che non conta il numero delle persone presenti ad uno spettacolo, ma l’intimità che riesci ad instaurare con ognuna di loro, attraverso la tua musica e quindi cercare di comunicare ed arrivare al cuore di chi ascolta.

L’EP è stato arrangiato da Matteo Costanzo, ex concorrente di X Factor Italia, direttore d’Orchestra a Sanremo 2020 per Leo Gassmann e compositore per diversi giovani talenti come te. Come vi siete conosciuti e come è nata la vostra collaborazione?

Conoscevo Matteo per il suo percorso individuale ed il suo lavoro sugli altri artisti. Successivamente, l’ho conosciuto personalmente tramite un fonico che lavorò in una mia serata e da quel momento lo scelsi per affidargli la produzione di “Traffico”. Ci siamo trovati bene ed abbiamo continuato a lavorare sul resto dell’EP. Non vedo l’ora di fare cose nuove.

“Nel Paese dei Balocchi” contiene i tuoi 4 singoli già pubblicati e due inediti (l’omonimo brano e “Nella Mia Giornata”), il primo più frizzante e dal sapore estivo e l’altro più intimista e nostalgico. Quando li hai scritti?

“Nella Mia Giornata” è un pezzo che conta già due anni sulle spalle, anche se è uscito solo ora, l’ho scritto nel 2018. Questo brano ha un sound si molto estivo, ma il suo testo è un evergreen, valido per ogni stagione. “Nel Paese dei Balocchi”, invece, è un pezzo che non avevo previsto di includere nell’EP, ho avuto lo stimolo per scriverlo e finirlo proprio qualche giorno prima di entrare in studio per fare le ultime tracce. Il processo di scrittura di quest’ultimo è partito da Capodanno e mi è servito anche il viaggio ad Amsterdam: la lontananza che ha fatto da ispirazione. Inoltre ritengo che “Nel Paese dei Balocchi” sia la traccia più introspettiva e malinconica dell’EP, insieme a S”abato Sera”.

Quali sono le tue influenze musicali, i tuoi artisti di riferimento?

Il genere che ascolto di più è il Pop, gli artisti che hanno contribuito ad ispirarmi a livello di sound sono quelli che ascolto quotidianamente, come Shawn Mendes, Post Malone e Jeremy Zucker.

Come hai trascorso questo strano e drammatico periodo di lockdown?

E’ stato un momento storico davvero insolito e difficile per tutti noi italiani, ma anche per tutto il mondo, un periodo che porteremo sulle spalle per molto tempo ancora. Personalmente, ho usato questo tempo per creare e sperimentare attraverso la musica, o la cucina. Non nego che mi sono sentito spesso solo ed isolato, nonostante l’esistenza dei Social Network, un po’ per colpa dell’amore e del desiderio. Ma poi ho deciso di cercare di capire chi fossero realmente le persone di cui mi sono sempre circondato e di testare quanto fosse realmente solido/reale il rapporto sociale creato con queste.

Sui Social hai una fanbase molto attiva, quanto è importante e come va gestito, secondo te, il rapporto con i propri fans?

I Social sono lo specchio digitale dell’artista. Il pubblico si forma in base agli interessi ed i contenuti digitali creati e si mantiene attraverso il rapporto di fiducia e credibilità instaurato con chi ti segue. Se sei in grado di utilizzarli, possono diventare un’ottima vetrina ed un tassello fondamentale per la diffusione della propria arte. Cerco semplicemente di essere sempre me stesso e regalare contenuti interessanti e di qualità.

Riallacciandomi alla domanda di prima, i Social sono sicuramente un trampolino di lancio per molti giovani che vogliono farsi conoscere e fare della Musica la propria professione. Credi che questo vada a discapito della qualità di un progetto discografico od, al contrario, che sia un valore aggiunto?

Credo che dipenda dall’artista e da chi ascolta. I Social, come abbiamo già detto, sono senza dubbio un’ottima vetrina ed un canale di diffusione e danno a tutti le stesse opportunità. Ognuno poi ha la fortuna ed il compito di sfoggiare le proprie qualità per condividere i contenuti il più possibile. Intendo dire che su Instagram, per esempio, un bel fisico ed una bella faccia sono indubbiamente d’aiuto, ma ognuno sceglie in maniera soggettiva in base alla qualità di ciò che sta cercando; ognuno crea il proprio tipo di arte ed ognuno segue ed ascolta quel che vuole, c’è di tutto per tutti.

Quando questo periodo di emergenza sanitaria sarà finalmente giunto al termine, porterai sul palco “Nel Paese dei Balocchi”? Hai già in mente progetti futuri?

Non vedo l’ora di tornare sul palco, i live mi mancano terribilmente. Nei progetti futuri sicuramente sarà inclusa una super festa, anche se in ritardo, per il rilascio dell’EP. Spero di tornare al più presto in studio per scrivere ed arrangiare nuove cose, cosi da poter upgradare il mio EP ad Album e non vedo l’ora di disputare anche la finale del contest di AW LAB.

 

Si ringraziano Matteo Sica ed Italian Music News.

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