Met Fish

Questa settimana vogliamo parlarvi di Met Fish, nome d’arte di Damiano Capo,  rapper e beatmaker umbro, classe 1993.

Met Fish si avvicina all’Hip Hop con il writing, intorno al 2006; inizialmente dedicandosi esclusivamente a questa disciplina, successivamente, dopo aver ascoltato alcuni dei pionieri del rap italiano (come i Co’Sang e Fabri Fibra), decide di dedicarsi solamente al rap.

Dal 2007, si cimenta con l’improvvisazione ed il freestyle, scrivendo anche le prime rime e componendo i primi beat.

Nel 2008, partecipa e vince diversi contest locali di freestyle e, l’anno successivo, incide il suo primo demo, “All Eyes On Met”, formato da dieci tracce, che, come è facilmente intuibile dal nome, sono composte sulle strumentali di 2Pac.

Negli anni successivi, al fine di migliorare metrica e flow, Met Fish continua a mettersi in gioco nel freestyle e, nel 2011, pubblica “Beatz and flow”, uno street album in cui sperimenta anche sul fronte delle produzioni.

Negli anni seguenti incide “Primo Dan” e “Secondo Dan”, due album in cui si occupa sia dei testi che delle produzioni. Dal punto di vista dei beat, spazia tra samples di musica jazz, soul, metal,dubstep e reggae, per ciò che riguarda i testi, invece, potenzia lo storytelling, narrando di persone comuni alle prese con le loro difficoltà quotidiane. La peculiarità dei due album è che ogni canzone è strettamente collegata all’altra.
Nei primi mesi del 2020 esce il suo primo beat tape, “Harem”.

“Harem” è il il primo lavoro interamente strumentale di Met Fish, l’harem nella musica è uno spazio intimo in
cui trovare rifugio dalle difficoltà della vita quotidiana, dalle paure e dalle insicurezze, ma anche un luogo in cui non tutti possono aver accesso, dove ci si mostra per quello che si è e non si deve temere alcun giudizio.
I toni malinconici e cupi del progetto comunicano diverse sensazioni, in cui l’ascoltatore viene invitato ad immergersi.

Harem Tracklist:

  1. Jef the killers
  2. Barphomet
  3. Brainstorm
  4. Caronte
  5. Melanconia

Harem – Track by track – L’EP raccontato da Met Fish:

Jeff The Killer:  “Il concept della traccia risiede nell’omonimo creepypasta. Egli è una persona che a seguito di un incidente decide di diventare un serial killer. Prima di farlo, però, avverte un enorme senso di vuoto, un turbinio interiore, ma allo stesso tempo sente l’esigenza di cambiare. Nella storia descritta ho ritrovato le stesse sensazioni presenti sia in me stesso che nel mondo circostante. Data questa gradevole simmetria, ho scelto di inserirla nell’ep”.

Baphomet: “Per ciò che riguarda Baphomet, avevo in mente di produrre un beat cupo, che strizzasse
l’occhio all’esoterismo e all’occultismo. Ho cercato il sample che mi sembrasse più adatto, la ricerca mi ha portato ad ascoltare i dischi di colonne sonore (per lo più di film horror e/o splatter). Questo l’ho trovato in una colonna sonora prodotta da Mario Bava. Inoltre, al fine di rendere il pezzo più incisivo, ho preso uno stralcio di audio da un documentario su Bafometto e l’ho utilizzato come intro”.

Brainstorm: “In Brainstorm ero alla ricerca di un sample malinconico, che potesse indurre me e l’eventuale ascoltatore a lasciarsi andare con la mente e ripercorrere una serie di ricordi. Essendo amante della musica Soul, sono rimasto folgorato dal sample ed ho deciso di utilizzarlo”.

Caronte: “Il beat di Caronte è nato a seguito di una massiccia influenza della musica Rock e Metal. Nel periodo in cui stavo lavorando su questo beat ero alla ricerca di samples di questo tipo, però volevo che fossero cupi e trasmettessero un leggero senso di inquietudine, così la scelta è ricaduta su Ronnie James Dio”.

Melanconia: “L’ultimo beat l’ho immaginato come la puntata finale di una serie tv. Quella in cui lo spettatore si pone delle domande sulla possibile continuazione della serie. Nel mio caso, al fine dare un continuum ai miei progetti, ho cercato concludere il lavoro con un beat dai toni malinconici”.

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“Harem” su SoundCloud:

 

Si ringrazia Met Fish per la collaborazione.

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