Sanremo 2019: Paola Turci in Conferenza Stampa

Nel pomeriggio, Paola Turci si è recata in Sala Stampa per rispondere alla domande dei giornalisti.

Qual’è il tuo primo ricordo del Il ricordo Festival di Sanremo?

“Il ricordo che conservo? Alla mia prima partecipazione, a 21 anni. lo vivevo con l’incoscienza di una ragazzina che non si rendeva conto di quanto grande fosse quello che stava accadendo e che la circondava, fino a quando un minuto prima di salire sul palco un angelo chiamato Donatella Rettore mi incoraggio’ dicendomi ‘Mi raccomando in bocca al lupo’. Da lì mi sono poi sciolta”.

“Partecipi a Sanremo 2017 con Fatti bella per te e ora con L’ultimo ostacolo. Tu ora ti definisci una Paola felice. Cosa è successo?”

“Io scandisco il tempo con i miei dischi e con le partecipazioni a Sanremo. Le cose cambiano perché si ricomincia. Due anni fa sono arrivata qui con una nuova consapevolezza, ero reduce dalla scrittura di un’autobiografia e da lì è ricominciata una nuova vita, nuove esperienze, nuove letture della vita e di me stessa. La mia canzone di quest’anno è emotivamente molto impegnativa con registri che possono sembrare estremi, ma è una scelta per portare quasi allo strappo il momento del ritornello. Qualcuno pensa che io abbia un calo di voce, ma io sto cantando con un nuovo registro e nuovi obiettivi. Per me è un viaggio, un’avventura, il canto e le canzoni. Sono sensazioni nuove da scoprire”.

“Dov’è nata l’ispirazione de L’ultimo ostacolo?”

“Era un provino. Cominciava proprio come l’abbiamo sentita, Fermati che non è l’ora dei saluti.
L’ho ascoltata per intero e poi sono tornata all’inizio. Quel verso chiamava mio padre, scomparso 3 anni fa. Mi ha colpito perché non penso sempre a mio padre e certe volte lui viene nei miei pensieri, come tre anni nei miei pensieri ad accompagnarmi sul palco. Questa volta, quando ho sentito il primo verso di questa canzone, sono tornata a quel momento. La magia delle canzoni che porta i tuoi sogni a realizzarsi, mi ha fatto venire voglia di ritrovare la figura paterna, del supereroe che è ancora la mia figura maschile di riferimento. Non ho trovato un uomo migliore. L’ho idealizzato. Ho portato la canzone in questa direzione”.

“Qual è la canzone o l’artista che, ascoltandolo, ti ha fatto pensare Io voglio essere questo?”

“Io mi sono innamorata della musica attraverso mia mamma che cantava le canzoni di Mina e Ornella Vanoni. Le imitava, almeno nei gesti, davanti allo specchio. Io ero affascinata e lì ho iniziato a imparare le canzoni.
Poi il rock l’ho scoperto con i Rolling Stones e quanto ho sentito Patti Smith ho pensato Vorrei essere così e, quando l’ho vista, bè, ne ho avuto la conferma e ho detto Si, vorrei proprio essere così!”

“Quando dici penso di scappare (nel testo della canzone), cosa ti spinge a rimanere?”

“Venendo qui, domenica, mi faceva male il collo, ho avuto un blocco e non mi usciva più la voce. Lì mi è venuto questo pensiero, forse scappo e non mi presento a Sanremo. Tornare a Sanremo a due anni di distanza da un Festival che mi aveva dato soddisfazioni non era facile, avevo paura di entrare in competizione con la me stessa di due anni fa, ma il lavoro su questa canzone mi è piaciuto molto ed è piaciuto molto anche a Claudio Baglioni: è stato lui a invitarmi qui, insistendo dolcemente. A proposito di Baglioni, ecco un aneddoto: da ragazza lavoravo a Roma, in un locale, dove una notte entrarono le telecamere di un programma TV notturno, Claudio mi vide in televisione mentre stavo cantando un pezzo e il giorno dopo chiamò la sua casa discografica invitando il presidente a cercarmi. Alla fine non credo che mi chiamo’, ho avuto un percorso differente, ma ad una casa discografica sono comunque arrivata: con Claudio c’è affetto e stima reciproca da tempo”.

Qual è la bellezza delle cicatrici?

“La bellezza delle cicatrici sta nel modo in cui si portano; l’unico modo per rendere bella una cicatrice è quello. La bellezza delle cicatrici è non avere paura di portarle, significa anche accettarle, non averne paura. Sono la tua storia, la storia di chi ne ha viste e ne ha provate tante. La storia di una persona che ha provato sensazioni forti. Alla fine ti rendi conto che non essendo un caso ed essendo tu la protagonista di quello che è successo, e che sei riuscita a superare, alla fine puoi anche sentirti forte ed orgogliosa. La cicatrice per me è stato un viaggio nella vita, riempita di ostacoli, a volte facilissimi da superare altri impossibili. Ma di fronte a quelli difficili ti rendi conto che c’è una chiave per superarli, devi solo trovarla”.

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