“Tra l’abisso e il collasso” è l’EP d’esordio dei Dopo Saturno

Dopo il loro debutto dal vivo in apertura a Scarda, i Dopo Saturno pubblicano l’EP d’esordio dal titolo “Tra l’abisso e il collasso“, disponibile su tutte le piattaforme digitali.

Cinque canzoni dalle atmosfere minimali, con al centro le contraddizioni della società contemporanea. Synth e chitarra acustica dominano gli arrangiamenti, volutamente spogli, per dare risalto a testi densi di significato e di spunti di riflessione.

Un progetto che si inserisce perfettamente nel panorama indipendente e cantautorale odierno, senza ammiccare a sonorità in voga nelle radio, ma concentrandosi sull’autenticità della proposta, su un’identità artistica già molto delineata e su un obiettivo preciso: rivendicare l’importanza di un’estetica notturna, vagamente esistenziale all’interno dell’indie italiano.

«Abbiamo scelto questo titolo – dichiara il duo – perché la frase si trova esattamente a metà dell’EP e ci sembrava adatta per dare un’idea di cosa l’ascoltatore può trovare nei pezzi. Lo sguardo è rivolto sia al mondo interiore che alla realtà che ci circonda, l’abisso lo vediamo fisicamente mentre il collasso si verifica dentro di noi. Inoltre, il titolo si inserisce all’interno di un verso in cui emerge la forza propulsiva della noia che per noi rappresenta il motore motivazionale per migliorarsi. Avevamo questi brani nel cassetto da tempo e abbiamo anticipato le tappe ma questo è solo l’inizio, il nostro repertorio si sta ampliando molto velocemente».

Questa, la tracklist del disco:

1- Un lato poetico

2- Sea of Tranquility

3- Tra l’America e il Messico

4- Crollare

5- Dietro nuove trincee

“Tra l’abisso e il collasso” – Track by Track.

Un lato poetico. Storia di un’amicizia, la nostra amicizia. Marco era in Spagna per il dottorato e ci divideva la Francia. Questo avvenimento aveva rallentato il nostro progetto artistico che era già nato ma stentava a decollare. Con grande umiltà ci inseriamo anche noi nel filone del cantautorato. Non ci sono più De André e Battisti sono rimasti Baglioni e Venditti e poi, in fondo alla lista, ci siamo noi. Dal punto di vista sonoro è il pezzo più ritmato e it-pop con i synth che sono marcati nella parte strumentale.

Sea of Tranquility. Titolo che omaggia il compianto Franco Battiato, il mare di cui parliamo è quello senz’acqua della luna. Ci siamo immaginati un mondo distopico in cui l’umanità, dopo aver distrutto la Terra, decide di trasferirsi ma, invece di imparare la lezione, continua a commettere gli stessi errori. I temi dell’inquinamento e dei problemi ambientali sono quindi presenti ma il vero colpevole è il consumismo che crea prodotti inutili e di conseguenza spazzatura. La nostra indole ci porta alla distruzione e nello special finale emerge il nostro pessimismo cosmico. Nel video abbiamo preso spunto dai Radiohead e da Marina Abrahmovic.

Tra l’America e il Messico. Il pezzo in cui la critica sociale raggiunge il suo apice. Oggetto di analisi è il mondo occidentale pieno di vizi e attaccato a un cristianesimo di facciata. La domenica è il giorno sia del tifo sfrenato allo stadio che della preghiera, si chiede di più di quello che si ha quando ci rivolgiamo al Signore senza accontentarci mentre i barconi affondano nel Mediterraneo. Il ritornello è ispirato alla fotografia Piss Christ di Andres Serrano, un artista credente ma che disapprova il modo in cui è stato recepito il messaggio cristiano e che con provocazione ritrae un crocifisso in un barattolo riempito di urina. Il duce che va in curva è anche il tipico nordista che con una hit latino americana a tutto volume parte in vacanza per andare in Salento dopo aver parlato male del terrone tutto l’anno. Immagini precise e contraddittorie che ci teniamo a mettere a fuoco. L’unica canzone in cui troviamo chitarre distorte che emergono con prepotenza dopo il secondo ritornello.

Crollare. Il brano d’amore dell’EP, ovviamente un amore finito. Il testo si caratterizza per un elenco di cose che crollano al contrario del narratore che continua a restare in piedi nonostante sia stato lasciato. Ripartire da capo quando si è creduto molto nella prospettiva di costruire qualcosa di importante con una persona è un’azione molto complicata ma, una volta metabolizzato il tutto, l’unica strada per andare avanti è quella di rimboccarsi le maniche.

Dietro nuove trincee. Evocativa e descrittiva allo stesso tempo, parte tutto da una chiacchierata tra i due ragazzi in macchina una sera. Da un viaggio di Marco in Thailandia dove incontra un bengalese che non aveva mai visto una strada vuota in vita sua e che andava a refrigerarsi dal caos cittadino su un colle limitrofo al dubbio esistenziale se troveremo davvero una persona che possa azzerare il senso di mancanza che ci attanaglia nel quotidiano.

Biografia.
I Dopo Saturno sono Riccardo Betti e Marco Lompi, un duo alternative-pop chitarra, voce e synth di Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze. Nati nella calda estate del 2018 in un fresco seminterrato nascosto tra le colline toscane. Dopo una prima esperienza con la band My Light Bones, durata sette anni con 3 EP e un significativo numero di live soprattutto a livello regionale, la molla che ha fatto scattare di nuovo la scintilla è stata la visione della web series Kahbum e la sfida di replicare l’esperimento di mettere in musica un flusso di coscienza sulla base di titoli sorteggiati. “Tra l’abisso e il collasso” è il loro EP d’esordio ed è stato anticipato dai singoli “Un lato poetico” e “Sea of Tranquility”, rilasciati durante l’estate. Lo scorso 03 Settembre i ragazzi hanno fatto il loro debutto dal vivo al Liberamente Festival di Barberino del Mugello in apertura a Scarda.

 

Si ringrazia come sempre l’Ufficio Stampa di Eduardo Lucca.

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