The Shape: “La musica rimane l’evasione dalla normalità, lo sfogo creativo, motivo per cui la prendiamo con estrema serietà”

We Can’t Have It All” è il titolo del nuovo singolo della band veronese The Shape, il brano con cui i ragazzi non solo annunciano ufficialmente il loro ritorno da una pausa durata cinque anni, ma rivelano l’uscita di un nuovo album full length, intitolato “Morning, Paradiso”, la cui uscita è prevista per Gennaio 2021, sotto etichetta LaCantina Records.

“We Can’t Have It All”, accompagnato dal videoclip ufficiale, in uscita domani, martedì 01 Dicembre, si sviluppa su un bel sound alternative rock, intriso di melodie eteree e sognanti e si capisce all’istante perché la band presenti la propria musica come l’accompagnamento perfetto per “un locale démodé, dove si respira nostalgia e romanticismo”.

Ieri abbiamo avuto il piacere di intervistarli; di seguito, quanto ci hanno raccontato.

The Shape – Intervista.

Ciao ragazzi, grazie per questa chiacchierata! Vi siete presi una lunga pausa dal vostro precedente disco. Ci raccontate cos’è successo nel frattempo e cosa vi ha spinti a tornare in studio?

Ciao e grazie a voi! La gestazione dei nostri lavori è solitamente lenta. Oltretutto, “Morning, Paradiso”, il nostro nuovo album, è nato in un periodo delle nostre vite abbastanza turbolento: fine dell’università, trasferimenti in nuove città ed all’estero, lavoro e tutte queste cose. Per un lungo periodo è stato impossibile trovarci e gli obiettivi artistici erano un po’ appannati, poi quando tutti i tasselli hanno iniziato nuovamente a rimettersi in ordine l’album è nato spontaneamente, un nuovo lavoro di cui tutti sentivamo il bisogno.

Come si pone questo disco, in uscita tra poche settimane, in relazione ai vostri precedenti lavori come “Lonely Crowd“, l’album d’esordio?

Alle nostre orecchie è molto diverso: il rock è quasi totalmente sparito, le contaminazioni si sono allargate e c’è stato anche un cambiamento nella nostra strumentazione che ci ha permesso di spaziare con la ricerca di nuovi suoni. Per noi è una necessità essere continuamente in movimento; stare fermi all’interno di un genere lo troviamo poco appagante.

“We Can’t Have It All” è il singolo che fa da apripista al nuovo progetto full length. Lo avete scelto perché rappresenta bene il sound del disco, o possiamo aspettarci delle sorprese?

È una buona porta d’ingresso per il nuovo album, ma rappresenta solamente le venature più calde e morbide. “Morning, Paradiso” ha parecchie facce e sfumature ancora da svelare.

Com’è nata la collaborazione con LaCantina Records?

Quando è stato inciso “Lonely Crowd”, presso la Bass Department abbiamo conosciuto Giacomo Capraro che poi è diventato il fondatore de LaCantina Records. Dopo essere rimasti in contatto negli ultimi anni, ci siamo ritrovati grazie a questo nuovo disco, inoltre l’etichetta ha parecchi artisti interessanti e l’idea di rilanciarci con un’etichetta nuova, giovane e che spaziasse su diversi generi, dal rock all’elettronica, dal cantautoriale alla trap ci piaceva.

Che persone sono i The Shape fuori dalla musica? Ci raccontate cosa fate nel tempo libero e nella vita?

A parte il nostro batterista, Nicola Ciccarelli, non siamo musicisti per professione. Lui lo è ed è anche molto talentuoso: suona percussioni varie, vibrafoni, glockenspiel con diverse orchestre e la sua esperienza classica ci apre diverse porte anche nel nostro genere, sia a livello tecnico che artistico. Poi, noi altri quattro siamo abbastanza insospettabili: un rappresentante di cosmetici, un titolare di un’azienda che produce verdure cotte, due architetti. Diciamo che la musica rimane l’evasione dalla normalità, lo sfogo creativo, motivo per cui la prendiamo con estrema serietà. Come disse Calvino, “Il divertimento è una cosa seria”.

Per un vostro futuro live, quando si potrà tornare a farli, meglio sentirvi in un locale démodé dove si respira nostalgia e romanticismo, oppure in una venue post-urbana in cui si respira sudore e birra? Che esperienza è un vostro concerto rispetto ai brani “versione studio”?

Inutile negarlo: siamo romantici, sicuramente alla luce dell’ultimo lavoro un locale démodé sarebbe perfetto. Il live per quanto possa sembrare banale per noi significa solamente una cosa: suonare per gli altri. Questo deve essere l’obbiettivo di ogni artista, dal più timido al più estroverso. Quando si riesce a creare una connessione, anche fragile, con chi ascolta, cambia completamente l’esperienza del concerto che diventa immediatamente qualcosa per cui vale la pena di ascoltare le band dal vivo.

Avete qualche considerazione da esprimere sullo stato attuale dell’industria musicale e degli eventi, soprattutto alla luce delle recenti restrizioni e chiusure?

Avere un’opinione non dettata da interessi personali, in questo periodo, è impossibile. Come tutti, speriamo in una ripresa veloce degli eventi dal vivo, non solo musicali: il mondo dell’arte e della cultura è sempre stato sul filo del rasoio e ora lo è più che mai. Per il futuro ci auguriamo una maggior valorizzazione di tutte le persone e di tutto il lavoro che viene fatto nel mondo dell’intrattenimento, nessuno escluso. Speriamo che questa pausa forzata faccia capire l’importanza dell’intrattenimento e dello spettacolo, a qualsiasi livello, nella nostra società.

 

Si ringraziano i The Shape e, come sempre, l’Ufficio Stampa Conza.

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