Ribaltavapori: “Mi piaceva l’idea di omaggiare una città che amo (Trieste), di dare l’idea di qualcosa incarnasse il senso del mio progetto musicale, che non si riferisce mai ad un unico genere, che non si pone definizioni”
Ieri abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Ribaltavapori, cantautore di base a Trieste che il 21 Settembre pubblicherà il suo singolo d’esordio, “Sex&Sauvignon”.
Il brano è una samba canção ed anticipa il debut album dell’artista, in uscita in autunno.
Ribaltavapori – Intervista.
Ciao Antonio e grazie per questa chiacchierata. Da dove hai preso ispirazione per un nome così particolare del tuo progetto musicale?
Ciao e grazie a voi! I ribaltavapori, a Trieste, sono piccoli pesciolini che si servono fritti. Mi piaceva l’idea di omaggiare le tradizioni gastronomiche di una città che amo, di dare l’idea di qualcosa che trasmette voglia di estate, di mangiare, bere, divertirsi e che contemporaneamente incarnasse il senso del mio progetto musicale, che non si riferisce mai ad un unico genere, che non si pone definizioni. E poi, fritto è tutto buono.
Come mai questo omaggio così forte alla città?
Trieste è una città piena di contraddizioni. La sua ricchezza sta nella diversità, nel fatto che la gente di Trieste è gente di mare, appartiene a diverse identità, ha diverse provenienze e differenti culture. È una città di confine, con “una scontrosa grazia” per citare Saba, che l’aveva capita bene. Trieste è un po’ come me: cerco di incarnare diversi generi, non mi pongo confini, passo da ritmi latini, estivi, alla canzone cantautorale intima, riservata.
Classica domanda per i cantautori: quando componi, scrivi prima il testo o la musica?
Da quando ho 15 anni parto sempre prima con la chitarra, cui si aggiunge la voce – uso spesso una sorta di inglese immaginario – ed, infine, mi dedico alle parole, cercando di capire cosa voglio trasmettere, di raccontare quel che sento essere più consono a quella musica. Questo è l’unico modo in cui mi riesce.
Quali artisti sono per te fonte di ispirazione? Cosa ascolta Ribaltavapori a casa, in auto, mentre va a lavorare?
Ho un gusto musicale davvero variegato. Ascolto musica individualmente da quando avevo 11 anni. Principalmente grandi classici, sia internazionali che nostrani: Pink Floyd, Beatles, Jimi Hendrix, De andrè, Battisti, Dalla, Gaetano, Bennato, Vasco. Negli ultimi anni i miei ascolti hanno spaziato da Tom Jobim ai Radiohead, da Billie Eilish a Billie Holiday, dai Beach Boys Talking Heads, ai Portishead. Nonostante non segua molto il panorama italiano attuale mi piacciono Brunori Sas, Giorgio Poi, i Selton.
Di cosa parla il tuo primo singolo, “Sex&Sauvignon”?
“Sex&Sauvignon” racconta la storia di Diego e Silvia. Un giorno camminavo per via del Bosco e ho notato questa coppia di nomi, scritti con la vernice spray, scritti su un muro. Ho immaginato la loro storia perché io viaggio di fantasia se mi si da anche solo un piccolo input. Una storia semplice, quasi scontata in cui Diego cerca di conquistare Silvia con una cena in un bel ristorante, le offre del buon vino, tira fuori le sue doti di viveur. Lei un po’ se la tira, finge di non starci, ma sa già “che non torneranno a casa prima delle tre”.
Il brano sarà accompagnato dal videoclip ufficiale, in bianco e nero. Come mai questa scelta?
Il video di “Sex&Sauvignon” nasce dalla collaborazione con il regista Pietro Bettini e con il suo direttore della fotografia Arti Merdov. Nonostante sia stato girato in una rovente giornata di Luglio, con quaranta gradi all’ombra, uscirà a fine dell’estate. Per questo è in bianco e nero: come se l’estate fosse già un ricordo. Il testo e l’atmosfera del brano descrivono una storia adulta, convenzionale, legata a dei cliché, ma i protagonisti del video sono, al contrario, giovani e freschi. Anche questo contrasto trasmette l’idea di qualcosa che c’è stato, in un passato neanche troppo vicino.
E’ in arrivo un album? Abbiamo già un titolo?
E’ in uscita tra un paio di mesi un EP contenente altre 4 canzoni e si intitolerà “Est-Nord-Est”. Nel frattempo, sto lavorando all’album che verrà.
Non è stato un anno facile. La pandemia ci ha costretti in casa. Per te è stato un momento di stasi artistica, oppure il lockdown ti ha permesso di avere del tempo da dedicare alla scrittura?
A dire il vero non ho avuto molto più tempo di prima, anzi. Lavoro in una pescheria che il lockdown non ha fermato. Sicuramente l’impossibilità di uscire, di camminare al mare, di uscire a cena o di fare l’aperitivo con amici, mi ha aiutato e non poco a dedicare del tempo a Ribaltavapori e alle registrazioni delle demo di queste canzoni che ora sono finalmente pronte. Per quanto riguarda la scrittura sinceramente è stato proprio un periodo triste. Non essendo libero di fare e brigare, non ho avuto stimoli. Per scrivere ho bisogno di uscire di casa. Ora va decisamente meglio.
Ultima domanda: come definiresti Ribaltavapori?
Assolutamente, irrevocabilmente, letteralmente, pop.
Si ringraziano Ribaltavapori e, come sempre, l’Ufficio Stampa WAVES Music Agency.
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