Disarmo: “Penso che quando questo periodo di emergenza sanitaria sarà davvero finito, vivremo il periodo più bello mai visto dagli anni ’90”

Dopo “Pillole 2D” ed “Antagonista“, Disarmo torna “Finale col botto“, il suo nuovo singolo. Una linea di basso un po’ funky ci accompagna in questo brano reminiscente del pop di inizio millennio, ma con una decisa impostazione contemporanea, a dimostrazione della versatilità dell’artista, che con i suoi singoli si è saputo muovere in maniera disinvolta tra itpop, pop rock e canzone d’autore.

Ieri abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con lui; di seguito, la nostra intervista.

Disarmo – Intervista.

Ciao e grazie per questa intervista! Sappiamo che prima il progetto Disarmo era composto da due persone. È questa la fine della relazione col botto di cui parla il brano? Cos’è successo?

No, “finale col botto” non ha niente a che fare con il fatto che ora Disarmo sia un progetto solista. Sì, prima eravamo un duo e prima ancora un trio… Capita spesso che lungo il percorso ci si renda conto di voler prendere altre strade e così è successo; per quanto mi riguarda, la mia unica strada, musicalmente parlando, è questa e non ho smesso di seguirla.

Ci spieghi che relazione c’è tra il brano e la copertina di “Finale col Botto”?

È una fuga da un amore idealizzato, dall’amore romantico inteso come fusione di due persone… la protagonista sa di poter essere sostituita o di poter sostituire l’altro. In questa fuga, che è anche il tema della canzone, alla fine si resta soli con sé stessi.

È possibile, secondo la tua opinione, scrivere brani che non siano autobiografici?

Certo, a dire il vero quasi tutto quello che scrivo non è completamente autobiografico, ma un mix di esperienze che ho vissuto direttamente, con altre che vivo solo nell’immaginazione.

Come nasce un brano di Disarmo?

Nel mio caso non c’è una regola, a volte parte da una frase che mi sembra forte, a volte da un’idea musicale che continua a girarmi in testa, poi di solito parto da una di queste due per sviluppare insieme testo e musica.

Nel difficilissimo periodo di lockdown appena trascorso, sono stati fatti molti “live Social”, surrogati dei concerti che per ora sembrano ancora una realtà lontana. Hai fatto qualcosa anche tu in tal senso? Che ne pensi? Hai visto qualcosa di interessante?

Penso che quando tutto questo sarà finito, vivremo il periodo più bello mai visto dagli anni ’90; si tornerà ai concerti e l’atmosfera sarà esplosiva. Comunque sì, ho fatto qualcosa… E’ comunque bello quello che è successo sul fronte dei live sui Social, perché lo vedo come una reazione ostinata e creativa al brutto periodo che abbiamo vissuto, la musica non si spegne.

Parteciperesti mai ad un Talent?

Ci sono aspetti dei Talent con i quali non mi sentirò mai in pace, ad esempio il fatto che tutto si riduca ad una gara tra artisti, quando invece la musica dovrebbe essere semplicemente una forma di espressione personale; d’altra parte, questo non deve essere un pretesto per non mettersi in gioco e sfidare le proprie paure. I Talent hanno aiutato un sacco di artisti (anche indie e non pochi) a farsi notare dagli addetti ai lavori e ad iniziare un percorso di crescita.

Prossimi step? A quando un album?

Il prossimo step è continuare a scrivere, ho già tanto materiale, ma più mi guardo intorno e più capisco che il livello è alto; questa è una cosa che fa bene al nostro panorama musicale, ma quando tirerò fuori un album intero, voglio che sia qualcosa di significativo, non voglio accontentarmi.

 

Si ringraziano Disarmo e, come sempre, l’Ufficio Stampa Conza.

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