La Municipàl: il 29 Marzo esce “Bellissimi Difetti”, il loro nuovo album
Come anticipato in questo articolo, che annunciava l’uscita di “Finirà tutto quanto“, uno dei singoli apripista del disco (che fa seguito a “Vecchie dogane“, “I Mondiali del ’18“, “Italian Polaroid“, “Mercurio Cromo” e “Punk Ipa“, rilasciati tutti nel corso del 2018), La Municipàl pubblicherà, venerdì 29 Marzo, “Bellissimi Difetti”, il loro nuovo ed attesissimo album.
“Bellissimi Difetti” è un percorso emotivo, turbolento e passionale, verso la riscoperta di se stessi, come a porsi davanti ad uno specchio analizzando il proprio riflesso secondo un’ottica nuova, abbracciando, e non più demonizzando, le tanto temute imperfezioni.
Una nuova maturità acquisita, secondo la quale i difetti possono diventare bellissimi, peculiarità che ci rendono unici. Come nella pratica giapponese del kintsugi, da un’imperfezione può nascere una forma ancora migliore di perfezione estetica ed interiore.
Le smagliature diventano trincee in cui rifugiarsi ed un neo sulla bocca, una cicatrice, si trasformano in virtù.
L’accettazione dei propri difetti è un processo di crescita che ci porta a stare meglio con gli altri e ad affermare la propria identità in un mondo che ci vuole sempre più depersonalizzati ed omologati.
“Bellissimi Difetti” è un disco pieno di difetti, che si avvicina di più alla dimensione live della band (composta dai fratelli Carmine ed Isabella Tundo), un lavoro più energico rispetto al precedente, ma che sa toccare punte di dolcezza nelle ballad.
Di seguito, la tracklist ed il racconto track by track dell’album.
“Bellissimi Difetti” – Tracklist:
- Finirà tutto quanto
- Punk Ipa
- I Tuoi Bellissimi Difetti
- Il funerale di Ivan
- I Mondiali del ’18
- Mercurio Cromo
- Italian Polaroid
- Le Vele
- Noi due sulla Luna
- Major Tom
- Scogliere
- Vecchie Dogane
“Bellissimi Difetti” Track by Track.
1- Finirà tutto quanto. Il primo brano dell’album si apre con un suono molto potente, molto vicino all’attitudine live della band. È un brano esistenziale, un dialogo tra una persona fortunata e una che lo è stata meno, proveniente da molto lontano. Ad un certo punto i ruoli si invertono, fino a capire che in realtà tutti i problemi che pensiamo possano essere insormontabili sono invece nostre gabbie mentali, anche perché poi alla fine “finirà tutto quanto” e siamo tutti uguali nei confronti della morte.
2- Punk Ipa. Punk Ipa è un brano senza mezze misure, crudo e diretto come un pugno, una corsa dissennata verso se stessi, alla ricerca di un improbabile equilibrio e dei motivi più profondi e veri del nostro essere umani, fallibili, fragili.
3 – I tuoi bellissimi difetti. Un brano in prima persona, che si spoglia delle sonorità più ruvide dei primi brani, per permettere di sussurrare nell’orecchio che ciò che noi crediamo siano i nostri difetti, sono in realtà i tratti che ci differenziano dagli altri, rendendoci unici. Una canzone che riprende il lato più romantico de La Municipàl, mettendo da parte per un istante quello più buio.
4 – Il funerale di Ivan. Il funerale di Ivan è un brano “politico”, parla di come le persone cambino a causa della politica o semplicemente a causa degli eventi. La complicità di un tempo svanisce e si diventa estranei, adulti, con punti di vista differenti. E così L’incontro in una chiesa gremita per il funerale di un amico in comune diventa il teatro di un semplice sguardo che racchiude più di dieci anni.
5 – I Mondiali del ’18. “A ricordarci che non siamo più uguali e che quest’anno non andiamo ai mondiali”, canta così il ritornello de’ “I Mondiali del ’18”, dove non è il calcio il protagonista, ma una generazione, la generazione dei trentenni di oggi. L’assenza della nostra nazionale ai Mondiali calcistici di quell’anno, fa da viatico per aprire un discorso più ampio: la disoccupazione, la mancanza di ideali, il fatto che non siamo felici e che forse “stiamo male davvero”. Proprio come la Nazionale del 2018, la generazione di chi è nato negli anni ’80 non riesce a decollare, rimanendo intrappolata nei ricordi di un’infanzia troppo diversa dalla realtà odierna.
6 – Mercurio Cromo. “Mercurio Cromo” è una ballata a tinte tenui e calde, un’invocazione alla pioggia perché scenda a disinfettare ferite ancora aperte ed a coprire ricordi ed errori, ma senza cancellarli del tutto perché, in fondo, vogliamo continuare a sperare che un giorno tutto possa tornare a splendere come in quel 5 Agosto.
7 – Italian Polaroid. “Italian Polaroid” è l’istantanea di una storia come tante. È la storia di una coppia di ragazzi che si sono conosciuti per caso, di un amore mai sbocciato e di un imprevisto che trasforma un’avventura di fine estate in un qualcosa di troppo complicato per essere vissuto e di troppo grande per essere dimenticato. Il brano, a differenza della sua atmosfera estiva e scanzonata parla velatamente di un tema molto delicato, come quello dell’aborto.
8 – Le Vele. Una ballad nostalgica, crepuscolare, una storia ambientata nella periferia di Lecce, dove due vecchi amici (molto molto intimi), si incontrano clandestinamente per lasciarsi andare, quel desiderio di contatto umano è in realtà solamente uno sfogo, “avevo solo voglia di parlare”, un modo per vincere la solitudine delle notti di provincia.
9 – Noi due sulla Luna. Brano strumentale incentrato sul campionamento di una conversazione, pubblicata dalla NASA, tra due astronauti della missione Apollo 10 nel 1969, durante il loro volo attorno all’orbita lunare, pochi mesi prima dello sbarco di Neil Armstrong. “Lo senti? Hai sentito che fischio? Whoooooo!” – ”Sì, sembra musica dallo spazio”. Così fu la conversazione tra Eugene Cernan e John Young, dopo aver ascoltato per quasi un’ora quei suoni “inclassificabili”. Come dimostrato, però, durante lo show televisivo “NASA’s Unexplained Files”, la realtà dei fatti è molto meno affascinante di quanto si possa immaginare. Il fischio infatti non era altro che il risultato dell’interferenza tra le radio del modulo di comando e del modulo lunare.
10 – Major Tom. Una canzone che si avvicina all’attitudine live della band e che si conclude con un finale “psichedelico”: perdersi nel vuoto. Un piccolo pensiero che corre verso quel famoso “Major Tom” di Bowie.
11 – Scogliere. Scogliere è il brano più oscuro dell’album, che rappresenta la parte più cupa di Carmine Tundo, infatti il brano fa parte anche di “Nocturnae Larvae Volume due”, concept album diviso in due volumi, pubblicato nel 2018. Per capire a pieno un disco, bisogna anche ascoltare il rovescio della medaglia, il lato oscuro della luna, che in questo caso è il resto della produzione di Carmine Tundo.
12 – Vecchie Dogane. Il disco si chiude con “Vecchie Dogane”, il primo singolo pubblicato del nuovo corso de La Municipàl. Il brano Parla del desiderio di andarsene, andare via dall’Italia, un Paese che offre sempre meno, e di azzerare la distanza che ci separa da un vecchio amore perduto.
Si ringrazia come sempre l’Ufficio Stampa di BigTime.
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