Insegnante di inglese, attore e cantautore: Sergio Melone trasforma le storie mai accadute nella sua opera più matura

È insegnante di inglese, attore – il pubblico lo ricorda nel ruolo di Eduard Zonte nella serie “Maggie & Bianca Fashion Friends” – content creator e cantautore. Con “Deleted Scenes”, il suo debut album, Sergio Melone riunisce queste dimensioni apparentemente distanti in un progetto che sintetizza la sua esperienza tra musica, didattica e racconto digitale: dieci brani (più un’intro) in lingua inglese che si muovono tra vita quotidiana e linguaggio cinematografico, con un’impostazione più adulta rispetto ai lavori precedenti.

Il punto di partenza sono le scene che non vediamo. Quelle che si fermano prima di trovare una forma, che avrebbero potuto modificare una relazione e che invece sono rimaste e restano confinate nella memoria di chi le aveva immaginate. “Deleted Scenes” nasce da qui, dalle storie che non hanno fatto in tempo a diventare tali, dalle possibilità interrotte sul nascere, dagli inizi che non si sono mai trasformati in un capitolo vero e proprio.

Il progetto discografico si incrocia con grande naturalezza alla sua attività di docente: insegnando, Melone si confronta ogni giorno con una generazione che vive relazioni brevi, discontinue, spesso interrotte prima di trovare una forma. Un’osservazione diretta che coincide con quanto emerso da diverse ricerche internazionali degli ultimi anni, secondo cui una quota crescente di rapporti, soprattutto tra i giovani, si ferma nelle primissime fasi, senza arrivare a definirsi come legami stabili. “Deleted Scenes” trova la sua collocazione proprio nella zona intermedia in cui molte relazioni oggi si muovono. Un territorio in cui le probabilità non diventano mai esperienza e che, proprio per questo, lascia una traccia più complessa di quanto appaia.

Quello di Melone non è un album costruito sull’intimismo, ma un progetto che prende in prestito una categoria propria del mondo audiovisivo per leggere un fenomeno molto attuale. Le scene tagliate diventano un modo per osservare le relazioni che si arrestano prima di avere una direzione chiara e consentono all’artista di lavorare su questo terreno con una scrittura più solida e più definita, utilizzando l’idea di montaggio come cornice attraverso cui guardare ciò che rimane quando una storia non arriva alla sua versione definitiva.

Il disco si apre come un archivio di momenti cancellati: frequentazioni che non hanno trovato la loro forma, messaggi rimasti senza risposta, capitoli che avrebbero potuto diventare altro se solo il tempo, il coraggio o una parola diversa avessero spostato l’asse della storia.

Dentro questo archivio prende forma una sequenza di brani che, da prospettive diverse, tornano allo stesso punto d’origine.

C’è l’istante in cui una relazione si spezza e la quotidianità perde orientamento (“Without Me”), il rimpianto che riemerge quando tutto è già svanito (“With Me”), la distanza resa come un’eclissi tra due corpi celesti (“The Sun and the Moon”), fino al peso delle parole che segnano un limite definitivo (“The Reason Why I’m Broken”). In altri momenti la grammatica del cinema diventa strutturale: la scena perfetta che vive solo nella mente (“My Perfect Movie Scene”), il dietro le quinte di quello che non è mai stato detto (“Deleted Scene”), la confessione di un sentimento che arriva troppo tardi (“Dear Lover”). E poi c’è lo spazio più intimo, quello del lutto, con “Hey Girl”, in cui l’assenza familiare continua a orientare la vita quotidiana; e la chiusura affidata a “A Million Stars”, che apre uno spiraglio senza forzare un esito consolatorio.

«”Deleted Scenes” – dichiara l’artista -. Rappresenta quello che non ho vissuto fino in fondo. Le scene che avrei voluto vedere sullo schermo della mia vita, ma che non sono mai state girate davvero.»

Il filo conduttore è la domanda che attraversa tutte le dieci tracce:

Cosa resta delle persone che se ne vanno prima che la storia abbia una forma? E cosa resta di noi quando proviamo a mettere ordine tra le possibilità perdute?

Il progetto alterna pop ballad intime e un linguaggio che guarda alla narrativa cinematografica più che alla retorica amorosa. Il montaggio diventa la chiave di lettura di un sentimento che si compone e scompone continuamente, lasciando fluire voci interiori, monologhi, tentativi di dialogo, frasi immaginate e altre che arrivano troppo tardi.

“Deleted Scenes” porta nel pop una categoria tipica del linguaggio audiovisivo e la usa per leggere un comportamento molto contemporaneo: rapporti che si consumano prima di diventare storie. È in questa zona d’ombra, tra ciò che sarebbe potuto accadere e ciò che non ha avuto il tempo di accadere, che Melone struttura il suo lavoro più consapevole. Un album dove tutto avviene fuori dall’immagine principale: nelle parole che non arrivano, nei frammenti che continuano a incidere anche quando sembrano scomparsi. È in quella parte marginale — quella che di solito resta fuori campo e fuori copione — che Melone trova la sua scrittura più nitida.

“Deleted Scenes” – Tracklist:

1. Intro
2. A Milion Stars
3. Deleted Scenes
4. The Reason Why I’m Broken
5. With Me
6. The Sun and The Moon
7. Stay
8. Hey Girl!
9. My Perfect Movie Scene
10. Dear Love
11. Without Me

“Deleted Scenes” – Track by Track:

Intro. Un’apertura essenziale, quasi un varco: prepara l’ingresso nel mondo del disco, introducendo il tema centrale delle scene mancate e del non-detto.

A Million Stars. Il vero e proprio inizio dell’album. Un brano che apre alla possibilità di ricominciare senza negare ciò che si è attraversato. Nitido, non consolatorio, quasi un nuovo inizio che non forza direzioni ma lascia respirare l’orizzonte.

Deleted Scene. La title track, lo spazio simbolico in cui convergono tutte le storie dell’album. Il brano è un “dietro le quinte” sulle emozioni, tra ciò che si sarebbe potuto dire e ciò che non è mai stato pronunciato.

The Reason Why I’m Broken. Il pezzo più duro dell’album, un atto d’accusa verso il peso delle parole e delle definizioni date con leggerezza. La struttura è tesa, frontale, quasi un fermo-immagine del cuore.

With Me. Un brano che guarda al rimpianto con occhi meno ingenui. Qui Melone introduce il tema cardine dell’album: ciò che sarebbe potuto accadere se la storia avesse avuto una sola pagina in più.

The Sun and the Moon. Distanza, idealizzazione, attrazione non corrisposta: il brano trasforma una metafora astronomica in un racconto sulla disparità di un sentimento che segna l’inizio di tante storie mai nate davvero.

Stay. Una ballad che si muove tra il desiderio e il commiato, con immagini che sembrano provenire direttamente da un set cinematografico mai esistito.

Hey Girl. Il capitolo più intimo del disco, un dialogo con un’assenza che non riguarda l’amore, ma il lutto. Una lettera che conserva la delicatezza delle storie familiari che continuano a parlarci anche quando non abbiamo più modo di rispondere.

My Perfect Movie Scene. Qui entra in gioco la grammatica del cinema: la scena perfetta che vive solo nella mente di chi l’ha immaginata. Il brano è il manifesto del concept, tra illusioni narrative e sabotaggi interiori.

Dear Love. Una confessione tardiva, una lettera che arriva dopo la fine. Il focus non è il rimpianto, ma il confronto con le proprie mancanze.

Without Me. Il punto di fine e al tempo stesso di origine: l’istante in cui una relazione si frantuma e la quotidianità perde il suo suono. La canzone è un ritorno mentale agli attimi precedenti alla fine, con un linguaggio diretto che rende perfettamente l’impatto di un distacco improvviso.

 

Si ringrazia come sempre l’Ufficio Stampa Music & Media Press.

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