A-Lex Gatti: “Abbiamo il diritto, forse quasi il dovere, di ricercare la nostra felicità e di condividerla con chi ci sta attorno”

A-Lex Gatti ha da poco pubblicato “You & I“, che segue il singolo “Inner Peace“, entrambi legati dall’argomento amoroso, non trattato in maniera scontata, quanto piuttosto in maniera intima e del tutto personale.

Le caratteristiche di Gatti sono poche ma semplici, una passione per il folk ed il cantare in inglese, che conferisce ai brani il mood spensierato di cui hanno bisogno.

All’uscita di “You & I”, singolo totalmente autoprodotto, non ci siamo fatti scappare la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con lui; di seguito, quanto ci ha raccontato.

A-Lex Gatti – Intervista.

Ciao Alex, grazie per questa intervista. E’ da poco uscito il tuo ultimo singolo “You & I”, ti va di parlarci del valore semantico di questo brano?

Ciao, grazie a voi ed un abbraccio virtuale a tutti i lettori! Il mio nuovo singolo è una riflessione su tutto ciò che riguarda una relazione di qualsiasi tipo, che includa un amore in senso lato e tutto il bello e la vitalità che ne consegue. Parla dei piccoli gesti che ci fanno sentire inclusi e parte di un qualcosa di più grande dell’individualità nuda e cruda. Credo che ognuno ci possa leggere poi molte sfumature diverse; si sa che la lente del lettore è forse più importante che le parole stesse che vengono lette.

Da un punto di vista musicale, tocchi sicuramente sonorità d’oltreoceano: a chi ti ispiri maggiormente per le tue creazioni?

Le mie influenze pescano molto da oltre oceano ed oltre manica. Diciamo gran parte della musica di vario genere e di anni e generi tra i più vari. Però, forse gli ascolti che mi hanno influenzato maggiormente, sono i “rockers”, gruppi storici come Beatles, Led Zeppelin, passando dalle parti dei CCR e Crosby Stills Nash and Young, fino a inchiodarsi e cristallizzarsi prepotentemente sulla scena Grunge e post Grunge (su tutti Nirvana, Soundgarden e Pearl Jam). Però diciamo che cerco sempre di ottenere il più possibile un risultato originale e per fare ciò parto da quello che sento e mi viene da suonare e cerco di auto-influenzarmi senza andare a scomodare i miei idoli.

Credo che tu sia uno dei pochi artisti che sa scrivere e cantare in inglese senza intoppi, da cosa nasce questa scelta?

La scelta dell’inglese deriva appunto dalla mia famigliarità con la sonorità delle canzoni inglesi, che costituiscono la maggior parte dei miei ascolti sin da bambino. Non sono molti anni che mi interesso anche a prodotti made in Italy ed ho sempre suonato e ascoltato brani derivanti dall’estero. Così diciamo che sebben io non sia madrelingua mi sento più a casa e mio agio a scrivere in inglese, per come lo sento “suonare” più naturalmente sul tipo di sound che ho raggiunto negli anni.

Domanda che riguarda sempre l’uso della lingua straniera: immagini i tuoi testi direttamente in inglese?

Molte volte parto da un finto inglese che mi consente di raggiungere un risultato ritmico e melodico interessante. Poi passo ad inserire un testo che possa stare dentro all’idea ritmica e melodica che mi sono prefissato, ovviamente sempre cercando di esternare idee e concetti che fanno parte di me. A volte invece ho testi o spunti già scritti che musico e dai quali mi faccio ispirare poi per comporre la parte musicale. Dipende molto e tendenzialmente se scrivo cerco di non limitarmi molto ma utilizzare più possibile la pancia e l’istinto.

“You & I” mi ha subito riportato alla mente la canzone omonima di Yoko Ono, non tanto per l’aspetto musicale, quanto per la propaganda di un amore universale. Quanto ti ritrovi in questa visione di un amore vissuto senza particolari confini e imposizioni?

In realtà non conosco la canzone e mi informerò appena finita questa intervista. In ogni caso, mi ritrovo molto nella libertà che scaturisce da un vero amore, quando siamo innamorati ci sentiamo liberi e fieri di fare qualsiasi cosa perché sappiamo di essere apprezzati ed amati a nostra volta. Nel senso più ampio che si possa immaginare. Confini ed imposizioni mi sembrano due parole che non vanno molto d’accordo con un concetto così grande e soggettivo quale l’amore. Penso che ognuno abbia il diritto, e forse anche un po’ il dovere, di ricercare la propria felicità e di condividerla poi con quella degli altri, risultando un valore aggiunto per l’amato. E questo effettivamente credo rispecchi la mia canzone e sia anche il messaggio ultimo che ne scaturisce.
Ciao a tutti e di nuovo un abbraccio. Amatevi e vogliatevi bene che abbiamo bisogno di più amore su tutti i fronti.

 

Si ringraziano A-Lex Gatti e, come sempre, l’Ufficio Stampa 19 Media Agency.

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