Andrea Lelli: “Quando si scrive per se stessi non si deve rispondere a chissà quali regole se non alla verità”

Ieri abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Andrea Lelli, che ha da poco pubblicato “Il tempo qui ed ora“, il suo nuovo album, da cui è stato estratto il singolo “Scale di grigi“, in collaborazione con Iskra Menarini, accompagnato dal videoclip ufficiale visibile qui.

Andrea Lelli – Intervista.

Ciao Andrea, grazie per questa intervista. Descrivici in breve le 10 tracce di “Il tempo qui ed ora”, il tuo nuovo album.

Ciao ragazzi e grazie a voi. “Il tempo qui ed ora” è la title track che apre l’album e che riassume quello che è il fil rouge principale di questo lavoro e cioè il tema del tempo, il vivere il presente sempre più difficile oggi e sempre più “filtrato” dall’utilizzo che facciamo della tecnologia e dei social. “Angelo mio” è un brano in cui è tempo di bilanci, di fare i conti con noi stessi, un equilibrio fatto di sogni non realizzati o che altri ci hanno rubato, o sui quali è cambiata la prospettiva e tutto ciò che invece abbiamo realizzato in un equilibrio che è sempre mutevole nel tempo. “La vita sai com’è“, singolo uscito in estate 2018, rappresenta il primo lavoro con SanLucaSound, a seguito della vittoria della 6a edizione del Premio Lucio Dalla. Da questa esperienza è cominciata la collaborazione con l’etichetta bolognese e la costruzione della base sonora su cui poggia l’album. Qui si parla di come a volte non siamo in grado di prendere delle scelte e nell’attesa ad un certo punto il tempo le fa per noi, non senza chiedere dazio! “Il pittore” racconta di un abbandono, di una persona che è finita su una strada poco felice che l’ha portata a non essere più con noi oggi. Il tema dell’abbandono è un altro concetto che ritorna nell’album e più precisamente nel singolo “Scale di grigi” dove sono io in prima persona a farci i conti. “Fiori rotti” è una proposizione d’amore e di crescita insieme, oltre la passione, “non ti regalo fiori rotti ma piante da crescere insieme a me..”, qui si esplora un genere un po’ differente che richiama l’R’n’B molto in voga qualche anno fa. In “Codice bianco” torna a fare da padrone il tempo presente, il viversi nel momento, prendere contatto con se stessi in una qualsivoglia attesa prescindendo da quello che stiamo attendendo ma rivolgendosi al nostro sentire, riscoprendo chi siamo davvero rispetto ai messaggi che il nostro corpo ci da. Scritta in una sala di pronto soccorso quando con un codice bianco in mano attesi ore prima di essere visitato traducendo me stesso su carta in quella circostanza. “La tua strada” è il brano dedicato a mia figlia Sofia; i figli vengono “dati al mondo” ed è giusto che al mondo vadano con i loro sogni e la strada che ritengono più opportuna slegati dai propri genitori. Tornando su “Scale di grigi“, è impreziosito dalla straordinaria presenza, anche nel video, di una splendida quanto eterea Iskra Menarini. Qui sono io a fare i conti con la mia infanzia e il sentimento di abbandono che in varie forme ho dovuto affrontare per crescere. “Libero e senza filo” è un brano che punta il focus sul rendere il proprio pensiero consapevole, che fondamentale per risultare liberi e non condotti, oggi più che mai, da correnti di pensiero altrui senza consapevolezza alcuna. “Il nascondino delle parole” chiude l’album con un atmosfera diversa, più leggera dove su un genere Reggae che strizza l’occhio alla coppia “Sting e Shaggy” , si pone l’attenzione al significato delle parole, al fatto che spesso si dicono senza pensarle e viceversa si trattengono invece di dirle al momento opportuno, e per questo i risvolti che ne scaturiscono possono fare male.

Quanto hai impiegato per realizzare questo disco?

Abbiamo impiegato 2 anni, è cominciato tutto nel 2018 con la conoscenza di Manuel Auteri a Roma quando vinsi la 6a edizione del Premio Lucio Dalla. Uno dei premi era la produzione di un singolo in SanLucaSound, etichetta appunto fondata da Manuel e Renato Drogetti, successivamente Direttore Artistico del mio album. Pubblicammo “La vita sai com’è”, che fu il brano precursore di quest’album ed in un certo qual modo ne dettò il sound. Poi 2 anni di lavoro, selezionando le 10 tracce sopra descritte tra una trentina.

Spiega la tua arte in una frase o, ancora meglio, in una parola.

Una via di mezzo dai, ne uso due: ” Istintiva e terapeutica”.

Quanto conta il contatto con il pubblico?

Conta enormemente, è la traduzione live di quelle emozioni scritte e musicate, è li che posso riviverle e vedere l’effetto che fanno a chi mi sta davanti. In questo periodo di mi manca molto, come molto mi manca la mia band (Walter Fortarel, Mirko Gubert, Christian Nicolini, Jacopo Bordigoni ).

Prima parlavamo di sperimentare con la musica; tu cosa intendi per sperimentare?

Intendo lasciarsi andare, quando si scrive per se stessi non si deve rispondere a chissà quali regole se non alla verità, quello che si sente e quello che si vuole dire. E con le parole e con i suoni. Questa è anche la fortuna di non essere “famosi” e appunto non dover accontentare il mercato.

Stai realizzando nuovi brani? Puoi darci qualche anticipazione?

Sto scrivendo come autore in questo momento, quindi per altri e con altri. E’ un’esperienza cominciata l’anno scorso all’Accademia di Ghedi sotto la guida del Maestro Diego Calvetti e la Warner Chappell. E’ una sfida che mi piace molto ed è completamente un altro sport rispetto allo scrivere per me stesso. Allo stesso tempo è una cosa che mi fa crescere artisticamente. Ho scritto molto anche durante il lockdown e ci sono alcune situazioni molto interessanti che però non anticipo per scaramanzia (ride).

 

Si ringraziano Andrea Lelli e, come sempre, l’Ufficio Stampa di Silvia Spadon.

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