Intervista a Nera Smith: “Madrid è il mio brano più esplicito, con cui racconto il desiderio e la libertà sessuale attraverso un sogno erotico”

Oggi siamo liete di presentarvi la nostra intervista a Nera Smith, che è recentemente tornato nei digital store con “Madrid“, brano dalle sonorità dark-pop che racconta un sogno erotico in un crescendo violento, nato a seguito di notti trascorse nelle discoteche della capitale spagnola.

Di seguito, la nostra intervista; buona lettura!

Ciao Nera Smith, grazie di essere qui con noi e congratulazioni per l’uscita del tuo nuovo singolo, “Madrid”. Di cosa parla e com’è nata?

Grazie a voi per questo spazio. Allora, “Madrid” è un brano che fondamentalmente nasce da un beat di batteria e un basso incastrati per far ballare. Il primo “Salva con nome” è stato questo. È un brano in cui c’è stata una leggera sperimentazione con l’elettronica. La si può sentire sin dai primi versi. La scelta dell’autotune su uno stile così non è casuale. È stata una scelta artistica che mirava a raggiungere territori ancora inesplorati. Forse ci siamo riusciti, ma spetta al vostro orecchio decretarlo. Madrid nasce a seguito di un viaggio nella capitale spagnola. In un luogo completamente nuovo, lontano da casa e che ti offre nuovi volti è facile per qualsiasi essere umano perdersi tra le immaginazioni più carnali. Il desiderio sessuale vuoi o non vuoi tocca tutti, single e non. L’impossibilità di avere una persona, e uso il termine “avere” per sottolineare quel tratto animalesco dell’essere umano, rende certe sensazioni più amplificate. Quindi Madrid parla di questo, di questa stanza che tutti abbiamo allestito almeno una volta nella nostra testa. Quella stanza per noi, nascosta dal mondo, pronta per abbandonarci al piacere.

In “Madrid” c’è un parallelismo con la storia di Adamo ed Eva. Chi credi ti rappresenti di più?

Entrambi. Non credo che il peccato abbia sesso.

“Madrid” è il tuo brano più esplicito, anche nella copertina. Cosa puoi dirci a riguardo?

La copertina è una bellissima opera realizzata da Gianluca Piccinno, il grafico di Fragola Dischi. È una raffigurazione simpatica del desiderio sessuale, di un sogno provocante. Rappresenta la nostra natura. E penso che di base siamo bestie addomesticate da tabù e idee legate agli aggettivi “giusto” e “sbagliato”. Ok, incastrati quanto vuoi tra schemi e dicerie, ma restiamo bestie. La mela, il frutto proibito che Dio impose di non mangiare ad Adamo ed Eva è una metafora che descrive il rapporto complicato tra la società e il sesso. Ancora oggi capita che una parola in più, un gesto in più, bastino per descriverti come “puttana”, se sei donna. Mentre l’uomo è ancora esente da giudizi. Se poi la tua identità tocca altri emisferi della natura umana o sei omosessuale, basta letteralmente niente per essere etichettato come fuori dal normale.
Dunque Madrid vuole raccontare queste sensazioni totalmente giuste dell’essere umano, esternarle, senza mezze misure, smorzare la presa del giudizio, renderle normali. Tutti abbiamo il cosiddetto “effetto Madrid”. Saresti ipocrita se dicessi il contrario.
Volere o no, tutti ci abbandoniamo al piacere, che sia fisico o solo mentale. La natura è questa e non puoi cambiarla, quindi sentiti libero. Ovviamente la libertà è un arma che va trattata con parsimonia. Si è liberi di viversi come meglio si vuole, e ok, il concetto è questo. Ma devi essere in grado di capire anche quando la tua libertà reca danno a quella di un altro. In amore può essere un’arma immensamente devastante.

Voglia di evasione, incubi e sogni erotici sono i temi principali dei tuoi ultimi singoli. Cosa dobbiamo aspettarci dai tuoi prossimi brani?

Credo che questa trinità sia il giusto intreccio di elementi che spiega le mie fragilità. Almeno per ora. Provo a raccontare me stesso. Evadere spiritualmente dai momenti bui o cercare il proprio posto nel mondo è un tema che affronto quotidianamente e che ritrovo in tante delle persone che conosco. Gli incubi e gli echi del passato sono cicatrici alla portata di ognuno. Infine il desiderio carnale è alla base dei bisogni dell’essere umano. Quindi sì, continuerò su questa via perché a 24 anni sono questo.

 

Si ringraziano Nera Smith e, come sempre, l’Ufficio Stampa Parole Press.

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