Oyoshe x Rome Streetz: fuori “Musica Sacra”, il loro nuovo singolo

Oyoshe, noto rapper Napoletano classe ’91 che al momento sta lavorando al suo prossimo disco solista dopo il successo di “Iceolator“, uscito nel 2019 con Dope One, continua la sua collaborazione con la KML -Klan Muzik Lab di Doc Ketamer, cominciata con il singolo “Stay High” feat Lord Digga, proponendo il brano “Musica Sacra” insieme a Rome Streetz, uno dei maggiori talenti emersi dalla nuova scena underground americana, da poco nel roster di Griselda Records.

Il brano è un omaggio all’Hip Hop e al suo potenziale come forma di salvezza individuale e come terapia a livello psicologico e sociale.

Oyoshe, impegnato da sempre in progetti sociali, tra cui laboratori in carceri minorili e in territori afflitti da gravi disagi, come sulla striscia di Gaza , con Gaza Is Alive 2019 (un progetto internazionale di hip hop rivolto ai bambini palestinesi), spiega:

«L’Hip Hop e le cattive strade sono le vere protagoniste di questo pezzo. Nel testo emerge la voglia di rivalsa, di fuga dalla criminalità e dalla povertà “a nuie l’hip hop c’ha salvati, perciò sta musica è sacra”. Anche Rome Streetz ha una storia difficile alle spalle ed è stato salvato dall’Hip Hop. Nel suo ultimo documentario lo racconta bene. Per anni ha vissuto come senza tetto lontano dalla famiglia. Nessuno più di lui era perfetto per questo pezzo».

“Musica Sacra”, vanta una produzione che si rifà allo stile underground, che la Griselda Records sta riportando in voga negli Stati Uniti. Il beat, profondo e lento, ha un mood dark con sfumature jazz e acid jazz, batterie pesanti e sfoci in quello che viene definito “grime rap”.

Il pezzo esce accompagnato da un video lyrics disponibile su YouTube, incentrato sull’artwork della copertina, che viene animata. Rifacendosi alla cover art dell’album Death and The Magician di Dj Muggs e Rome Streetz, Mattia Cuomo aka SYK, graphic designer e 3D artist di Napoli, ha proposto un’immagine che raffigura un essere simile ad uno scheletro spiritato mentre suona uno strumento a corde tipo violoncello (tratto dalle melodie e dai sample usati nel beat) nel mezzo di un paesaggio di montagna alle spalle del quale è possibile scorgere un cielo terso di colori caldi molto accessi, quasi come lava, il tutto in stile pittorico, ma eseguito completamente in tecnica digitale mista.
Il soggetto dalle fattezze quasi macabre è, in realtà, uno spirito che attraverso il suo strumento dona il potere all’artista di scegliere tra la salvezza, appunto il cielo radioso alle sue spalle, la musica oppure di restare proprio dal punto in cui il è l’osservatore in un terreno carico di colori freddi e poco rassicuranti.

 

Si ringrazia come sempre Silvia Spadon per la collaborazione.

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