La voce angelica di Letizya torna ad affascinare in “Mostri”, il suo nuovo singolo che racconta la fine di una relazione

Dopo aver inaugurato il 2022 con il singolo “Buonanotte“, Letizya torna con “Mostri” (Majonese Project), una ballad indie pop che racconta una relazione a distanza giunta al termine, la cui narrazione è affidata alla persona che resta, in una fusione di tristezza e rabbia – egregiamente espressa nel ritornello – in cui le certezze e le speranze riposte nell’amato si tramutano in un gigantesco punto di domanda.

La talentuosissima cantautrice si interroga sul valore che diamo ai rapporti, consapevoli di quanto sia sbagliato affidare ad un altro la nostra felicità, anche se quest’ultimo è in grado di azzerare le paure e le insicurezze che portiamo nel cuore.

“Mostri” è un viaggio di sola andata di due giovani che concludono il percorso della loro storia, con le alte temperature esterne che si abbassano all’improvviso nel momento del triste annuncio, il cuore che diventa di pietra e le mani che iniziano a tremare.

Una scrittura matura quella di Letizya, nonostante la sua giovanissima età, in grado di riflettere la sua capacità introspettiva in una canzone dai forti connotati sentimentali.

La produzione del pezzo è stata curata da Davide Gobello, chitarrista, tra gli altri, di Fabrizio Moro, Loredana Bertè, Pierdavide Carone e Paolo Vallesi; la copertina è stata realizzata da Giorgia Malizia, che ha perfettamente reso a livello grafico l’immaginario minimal e notturno del singolo, raffigurando una persona con la doppia faccia, riferibile ai due innamorati che guardano in direzioni diverse.

«”Mostri” – dichiara l’artista – è nata da una vicenda che è capitata a una mia amica, penso che gli amori a distanza siano quelli che necessitano di maggiore cura, non è facile riuscire a mantenere vivo il sentimento con i chilometri contro. Mostri è una storia che finisce con l’amaro in bocca, un saluto da digerire mentre il treno della vita continua la sua corsa».

 

Si ringrazia come sempre l’Ufficio Stampa di Eduardo Giometti.

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