E’ online il videoclip di Damn Mad, il nuovo singolo di MC Sof e Doc Ketamer, estratto dal loro nuovo omonimo album

E’ disponibile su YouTube il videoclip di “Damn maD“, il nuovo singolo di MC Sof e Doc Ketamer, estratto dal loro omonimo nuovo album (qui il nostro articolo).

Il video, diretto e montato da No borders tv, parla di un homeless (Mc Sof) di una città di mare. Gli homeless delle città di mare hanno sempre un’aria a metà tra uno scaricatore di porto ed un pirata.

Il nostro protagonista una mattina, dopo essersi svegliato nella sua barca abbandonata, trova un cellulare. Appena lo connette alla corrente, succede qualcosa di strano: viene hackerato e si collega direttamente a Lord Digga che sta cantando dall’altra parte dell’oceano a New York. Dopo averlo collegato ad una cassa sul suo carrello l’homeless inizia la sua peregrinazione in città portando la musica a tutto volume di Lord Digga in giro.

Al suono della canzone tutti i passanti diventano ‘pazzi’: chi comincia a ballare furiosamente o a pogare; una donna delle pulizie diventa improvvisamente una writer; un cameriere istantaneamente un dj e prova a fare scratch con delle insalate; chi aveva appena parcheggiato la sua auto continua la sua giornata in skate; una scossa elettrica dal cellulare e anche il nostro homeless da silenzioso comincia a fare il rap e chiude il video su un altro cellulare abbandonato da un altra parte chissà dove.

Il video vuole essere chiaramente un’istigazione alla presa di coscienza da parte delle persone anestetizzate e annichilite nelle volontà e desideri nella società dei consumi.

Una sorta di illuminazione viene data proprio da quelli ritenuti dei reietti di questa società, dei folli in quanto anello morto, non produttivo nell’ingranaggio della nuova schiavitù mondiale del monetarismo: colui che non produce e non consuma, e per cui non esiste, o esiste ai margini, lui è l’unico che come un uomo primitivo conserva il fuoco, mantiene la scintilla di una vita libera da queste catene, che come uno stregone invasato dalla musica, proprio attraverso di essa, riesce a trasmetterla agli altri, creando un repentino stato di ribellione e di festa. Stato di festa, nel quale la vita acquisisce la coscienza di essere viva e si auto-celebra. Una cosa questa, un momento, per la quale vale pure la pena di essere dannati e condannati ad essere “pazzi”.

 

Si ringrazia come sempre l’Ufficio Stampa di Felice Capasso.

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