E’: “Non vogliamo darci nessun tipo di categorizzazione, ma fare musica e basta”

E’ disponibile in tutti gli store digitali “Tra il dire e il fare“, il singolo d’esordio del duo milanese E’.

Il brano, totalmente autoprodotto, abbraccia il desiderio di tornare al mare, come metafora di una vita libera dalla routine – soprattutto amorosa –, che acquisisce però, durante questo periodo di post- quarantena, un significato del tutto nuovo ed inedito.

Ad accompagnare il brano, il videoclip ufficiale (vedi qui), girato dagli stessi E’ (duo composto da Leonardo Canzi e Simone Gianni), a Porto Venere (SP), tra l’azzurro del mare ed il verde delle montagne.

Ieri abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Leonardo e Simone; di seguito, la nostra intervista.

E’ – Intervista.

Ciao ragazzi e grazie per questa intervista. E’ uscito “Tra il dire e il fare”, il vostro singolo di debutto, un brano molto emozionante che ci ha colpiti fin dal primo ascolto. Ce lo raccontate?

Ciao e grazie a voi! “Tra il dire e il fare” è un brano che fonde le atmosfere delle colonne sonore italiane anni 60/70 con il nuovo cantautorato contemporaneo e certe influenze dance. Il brano è in costante tensione fra tradizione ed innovazione, al suo interno convivono il sintetizzatore, i suoni
elettronici ed un beat sintetico con il pianoforte, la celesta, i violini e la chitarra acustica. Si tratta di un pezzo che abbraccia la tematia del voler tornare al mare come metafora del desiderio di una vita libera dalla routine. Il video è stato girato a Portovenere, località ligure affascinante ed incantevole, che abbiamo scelto personalmente per rappresentare da un lato quella che è la vera ricchezza, il vivere momenti memorabili in luoghi stupendi, dall’altro, la bellezza del vivere abbracciando l’italianità.

A quali artisti vi ispirate maggiormente?

Le nostre ispirazioni sono tante e varie, ma tutte accomunate da un mood italiano, eclettico, pop ed emozionale. Si va da quel tipo di canzone pop orchestrale propria della tradizione italiana rappresentata da Gino Paoli, Alunni del Sole, Edoardo Vianello, Franco Battiato, Lucio Battisti e Mina, passando poi per le colonne sonore di Stelvio Cipriani, Nino Rota, Piero Umiliani, Vince Tempera ed arrivando infine alle evoluzioni contemporanee del sound nazionale, quindi Cremonini, Baustelle, Bluvertigo, Cosmo etc. Ascoltiamo anche moltissima musica internazionale, ma influenza meno la nostra produzione.

Come vi siete conosciuti e come avete scelto il vostro nome d’arte?

Quando avevamo 16 anni – ci racconta Leonardo -, Simone rispose ad un annuncio “Cercasi batterista” che avevo messo io e da lì abbiamo sempre suonato insieme. Il nostro nome – spiega Simone -, è stato scelto perché quando abbiamo iniziato il progetto non volevamo darci nessun tipo di categorizzazione, ma semplicemente fare musica e basta. Questo anche perché ci piacciono troppe cose, sia sotto il punto di vista degli ascolti, che sotto quello compositivo.

Come avete trascorso questo delicatissimo periodo di lockdown? Siete d’accordo con i vostri colleghi che hanno affermato che l’isolamento forzato facilita il processo di creatività, od, al contrario, con quelli che hanno avuto una sorta di blocco nella scrittura e nella composizione artistica?

Scriviamo continuamente. Sicuramente l’avere più tempo libero ha aumentato il numero di bozze per il futuro. Il blocco nella scrittura non sappiamo cosa sia (ridono).

Com’è il vostro rapporto con i Social? E quanto pensate possa essere d’aiuto, od al contrario possa sfavorire, un progetto artistico?

I Social sono un media necessario, tuttavia solo in alcuni casi possono diventare un’arma utile a far fare un salto al proprio progetto artistico.
I Social sono molto potenti per gli artisti che puntano sulla viralità e sulla fama fine a sé stessa, ma quando si parla di musica, sono sempre i brani a favorire o sfavorire il successo di un artista.

Vi sentite rappresentanti di un particolare genere, o preferite sperimentare con la musica?

Ci piace molto sperimentare e non riusciamo a categorizzarci, anche se in generale diremmo che la musica che facciamo è semplicemente pop.

Cosa pensate dei Talent e vi partecipereste mai?

I talent sono una vetrina ed un azzardo, hanno grossi pro ed altrettanto grossi contro. Come ogni scommessa, bisogna sapere che può andare molto bene così come molto male. Al momento non abbiamo in programma né in mente una partecipazione.

Ultima domanda: avete un sogno nel cassetto?

-collaborazione con Morgan
-featuring con Vasco
-disco prodotto dai Daft Punk
-partecipare a Sanremo ed arrivare ultimi

Si ringraziano gli E’ e l’Ufficio Stampa di Sara Miceli per la collaborazione.

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