Terzo report globale WIN (Worldwide Indipendent Network) sulle Indie: le etichette indipendenti, nel 2017, sono cresciute di più rispetto alle Major, ma l’Italia è il penultimo Paese per i contratti rinnovati tra artisti ed Indie

E’arrivato oggi il risultato del terzo report del Worldwide Independent Network, che classifica la quota di mercato globale del settore indipendente a livello di copyright e di distribuzione.

Ideato e commissionato da WIN per analizzare l’impatto economico e culturale globale del settore musicale indipendente, è stato creato da Mark Mulligan di MIDiA Research e da Music Ally.

I risultati, raccolti da 33 Paesi, ci dicono che, nello scorso anno (quindi, nel 2017):

– a livello globale, le etichette indipendenti sono cresciute dell’11,3%, oltre un punto percentuale in più rispetto alle major, ferme al 10,2% di crescita;

– il volume d’affare generato dalle indies a livello globale si è attestato a 6,9 miliardi di dollari, contro i 6,2 registrati nel 2016;

– la quota di mercato delle indies è cresciuta del 38,4 rispetto al 2016 e rappresenta oggi il 39,9 dell’intero comparto a livello globale;

– le major hanno redistribuito alle indies 1,5 miliardi di dollari, che hanno visto i proventi dal mercato dello streaming crescere del 46% rispetto al 2016.

Dati davvero interessanti, ma l’Italia?

Se a livello mondiale la media della percentuale di artisti indipendenti che rinnovano i propri accordi discografici con le etichette indipendenti è del 77%, nel nostro Paese la quota di artisti fedeli alle indies è appena del 41%, percentuale che ci posiziona al penultimo posto della graduatoria di affezione alle indies.

Al primo posto troviamo la Spagna, con un tasso di fedeltà alle label non major del 97% (nonostante il mercato discografico spagnolo sia dominato dalle major, che occupano ben l’85% delle quote) , al secondo posto i Paesi Bassi, con il 93%. Seguono poi nella classifica gli Stati Uniti, primo mercato mondiale della musica, che vantano un tasso di rinnovo dell’84%. Più in giù troviamo la Gran Bretagna, con il 63%. Dopo di noi, solo il Belgio, con il 36% di fedeltà alle indies.

 

Clicca qui per scaricare il report completo.

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