Il Jazz
Per questo appuntamento con il MIC Music History, vogliamo parlarvi del Jazz.
Il jazz è un genere musicale che nasce agli inizi del ventesimo secolo come evoluzione di forme musicali utilizzate dagli schiavi afroamericani, che trovavano conforto e speranza improvvisando collettivamente ed individualmente canti (vedi il nostro articolo sulla storia del Blues).
Come ben descritto da questo ottimo contributo sul jazz,
“Il Jazz è nato nella notte dei tempi a New Orleans, la culla del jazz, questo è quanto si dice in tutti i testi che si rispettano sulla sua storia. L’origine della parola jazz che per molto tempo fu pronunciata e scritta jass è molto incerta e vi sono nate al proposito molte ipotesi, alcune anche bizzarre e fonte di approfonditi e innumerevoli studi. Teorie affascinanti, spesso veritiere o probabili anche se spesso assai diverse una dall’altra. C’è chi lo attribuisce all’espressione generale di New Orleans jazz them boy, (locuzione in gergo colorita e traducibile in coraggio ragazzi).Un’altra ipotesi fa derivare jass, dalla parola di etimologia francese jaser (gracchiare, fare rumore, ciarlare, chiaccherare e perfino copulare nel dialetto della Louisiana francofona del ‘700).La linea etimologica francese jaser-jass sembra avvalorata dai giornali dalla fine del ‘800 al 1918 e dalle testimonianze di musicisti di New Orleans, secondo cui questa musica veniva considerata in ambienti tradizionali come fracasso, rumore sgradevole, musica cacofonica e perfino orgia sessuale”.
Il jazz nasce come musica vocale, come “Work Song”, perché si eseguiva durante il lavoro nelle piantagioni o durante le costruzioni ferroviarie e delle strade, e veniva utilizzato per ritmare e coordinare i movimenti del lavoro.
Con il passare degli anni, il jazz si è modificato, diventando, prima un genere musicale più commerciale (con lo swing), per poi ritornare all’origine, alle tradizioni della cultura afroamericana (con il bebop).
Come per molti generi musicali, è assai difficile stabilire l’anno preciso della sua nascita, ma sappiamo che si sviluppò in maniera esponenziale tra il 1915 ed il 1940, diventando poi la musica da ballo dominante tra il 1930 ed il 1940, anni in cui i brani delle big band (le orchestre jazz), si trovavano regolarmente ai primi posti delle classifiche.
Nel 1945, nacque il movimento bebop (o bop); uno stile del jazz caratterizzato da tempi molto veloci e da elaborazioni armoniche innovative, che si contrapponeva agli stili jazz utilizzati dalle formazioni contemporanee.
Come si legge da Wikipedia:
“Nei suoi primi anni di vita la parola “bebop” indicò, oltre allo stile musicale anche lo stile di vita e l’atteggiamento ribelle di coloro (che erano in maggioranza giovani) che si indicavano come “bopper”. Anche per questo motivo il bebop divenne popolare tra i letterati che si riconoscevano nella cosiddetta Beat Generation e fu citato in alcune delle loro opere più famose (ad esempio nella poesia Urlo di Allen Ginsberg). Nel corso dei 15 anni successivi, il bebop e le sue ramificazioni si evolsero fino a diventare il principale idioma del jazz. Ancora nel primo decennio del XXI secolo, lo stile jazzistico indicato come “mainstream” si rifà essenzialmente alle elaborazioni stilistiche del bebop”.
Il bebop diede un’enorme risonanza al jazz, che, dagli Stati Uniti, arrivò a destare un grande interesse in tutto il mondo, specialmente in Europa, soprattutto negli anni Sessanta, con la nascita movimento free jazz (conosciuto anche come free form), che mirava all’emancipazione totale del musicista.
A questo periodo di grande successo del jazz, ne seguì uno di involuzione e di marginalizzazione, che terminò negli anni Ottanta, durante i quali una generazione di giovani musicisti infuse nuova vita al genere, perseguendo diverse tendenze anche in assenza di uno stile dominante: nacquero così diverse scuole di jazz europeo, uno stile mainstream, che faceva riferimento al periodo degli anni Cinquanta, e diverse contaminazioni che proseguivano l’esperienza fusion arrivando ad uno stile che viene detto “acid jazz”, o che guardavano con interesse a tradizioni musicali etniche in direzione della world music.
Il jazz è suddiviso in due forme primarie: il blues, in 12 battute (3 frasi musicali), e la canzone, in 32 battute.
Sin dai primi tempi il jazz ha incorporato nel suo linguaggio i generi della musica popolare, del blues, della musica leggera ed infine della musica colta, soprattutto statunitense.
Più recentemente, si è mescolato con tutti i generi musicali moderni anche non statunitensi, come il samba, la musica caraibica ed il rock.
Attualmente, il jazz conta il 3% della produzione musicale nordamericana, ma continua ad avere seguaci in tutto il mondo.
Per quanto riguarda i protagonisti di questo genere musicale, possiamo sicuramente affermare che il jazz ebbe la sua massima espressione con Louis Armstrong, uno dei jazzisti più apprezzati e stimati di tutto il mondo.
Di seguito, vi proponiamo alcuni brani Jazz, di ieri e di oggi.
Louis Armstrong – What a Wonderful World:
Video (Solo Audio):
Thelonious Monk – ‘Round Midnight:
Video (Solo Audio):
Steve Coleman – Slipped Again:
Video (Solo Audio):
Sonny Rollins – Alfie’s Theme:
Video (Solo Audio):
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